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Viviani: “Zielinski è indiscutibile. È capace di giocare in più zone del campo”

zielinski west ham
Le parole dell'ex calciatore Fabio Viviani a 1 Station Radio

Giovanni Pietropaolo

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l'ex calciatore di Napoli ed Udinese tra le tante Fabio Viviani su Zielinski, Spalletti e la situazione del calcio italiano attuale.

Viviani: "Zielinski ha la capacità di cambiare il sistema di gioco"

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Di seguito le dichiarazioni dell'ex calciatore Fabio Viviani a 1 Station Radio:

"La qualità tecnica di Piotr non si discute. È adeguato alla filosofia di Spalletti: può giocare da sottopunta, ma anche come mezz'ala. Ha le capacità di cambiare il sistema di gioco costantemente, spesso questa caratteristica può rappresentare l'arma in più di una squadra".

Sul modulo scelto: il 4-3-3

"I calciatori ormai si sono evoluti. Spalletti è un allenatore preparato da questo punto di vista. Durante il corso della partite, si può cambiare il sistema di gioco in base alle esigenze della gara con determinati calciatori, a seconda della loro duttilità. Per cambiare l'interpretazione del match, non è più necessario effettuare delle sostituzioni; si può mantenere ugualmente l'equilibrio della squadra". 

Sulla preparazione con il nuovo calendario

"La preparazione è mutata nel corso degli anni. L'intensità medio-alta è fondamentale per le tante partite ravvicinate. Per quanto concerne la preparazione estiva non ci sono stati cambiamenti vistosi rispetto al passato. Anche se ci sono carichi di lavoro aerobica minori". 

Sulle mosse di mercato pre-campionato

"Gli allenatori vorrebbero sempre la rosa già completa durante la prima settimana di preparazione estiva. Quest'anno, purtroppo, il campionato comincia prima, avere la rosa completa al 90% sarebbe importante per Spalletti e tutti i tecnici, ma spesso la situazione della squadra dipende dalle regole del calciomercato".

Sui giovani italiani all'estero

"La forza economica preponderante è un aspetto da tener conto. Inoltre, in Italia domina il timore di far debuttare i giovani e di puntare sulla loro qualità, a differenza dei campionati esteri. Si tratta di avere una dose maggiore di coraggio per affidarsi ai ragazzi talentuosi; bisogna concedere loro la possibilità di giocare e di sbagliare. I giovani non vengono migliorati, abbiamo a volte soltanto l'obbligo di far giocare loro, sprecando tante possibilità rilevanti".