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Il volontario Ferri: “Ucraina? Bisogna sensibilizzare le persone su ciò che accade”

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Le parole del volontario Marco Ferri, intervenuto ieri a Radio Punto Nuovo

Mattia Fele

A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto nel corso della giornata di ieri il volontario Mario Ferri, soprannominato Il Falco. Focus del suo intervento la crisi in Ucraina e tutto ciò che comporta a livello umanitario.

Ferri: "Crisi tra Russia e Ucraina? Sono a Leopoli, vi spiego..."

Il volontario Ferri: “Ucraina? Bisogna sensibilizzare le persone su ciò che accade”- immagine 2

Di seguito un estratto delle dichiarazioni di Mario Ferri:

"Mi trovo a Leopoli, la città più vicina al confine polacco. Ho deciso di venire qui perché c'erano amici ucraini in difficoltà, c'era la possibilità di dare una mano e non ci ho pensato due volte a partire. Sono sempre stato molto pratico, dalla cosa più goliardica a queste più serie, ho sempre agito. Sto collaborando con quest'associazione, degli universitari che erano qui e si sono trasformati in aiuti umanitari. Leopoli è diventato un porto di salvataggio dell'Ucraina perché tutti quelli che scappano dalle città più colpite, stanno scappando qui per rifugiarsi o per andare in Polonia, che è il passaggio principale. Mi occupo, oltre dell'aiuto concreto, delle guide: ho preso in affitto una macchina, sto mostrando sui social quello che faccio anche per sensibilizzare le persone. Oggi ho portato quattro donne da Leopoli alla Polonia. Hanno lasciato i loro mariti, i loro fratelli, gli uomini che sono impegnati in guerra lasciando il Paese".

Sul numero di aiutanti mandati in Ucraina

"Il numero di persone è alto, non è facile fronteggiare questa situazione. Mi emoziono tanto, sono molto empatico, vorrei aiutare tutti ma è impossibile. Ho visto 7-8000 persone in fila a zero gradi a piedi, che superavano la dogana. Poi entravano per andare dove? Senza una casa, una destinazione. Adesso devo rientrare in Ucraina perché un amico ha affittato un bus che può caricare 60 persone alla volta e oggi faremo due-tre viaggi. Sarà lunga. Per uscire, siccome avevo il bimbo in macchina, ho saltato la fila facendo dei chilometri contromano per arrivare prima. Il bambino non stava neanche tanto bene, febbricitante e ho saltato la fila per accorciare i tempi Qui si parla di file di tre giorni. Pensiamo alla vita, alla normalità e poi a tre giorni chiusi in macchina".