Cari lettori di CalcioNapoli1926.it eccoci alla rubrica "THE WINNER IS" che ha lo scopo di decretare il vincitore della settimana in base ad una serie di parametri quali: la morale, l'etica, la bravura, l'intelligenza ma ci sarà anche spazio all'ironia e la satira.
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THE WINNER IS – OSPINA si toglie gli schiaffi dalla faccia con i piedi: qualche fantallenatore è arrabbiato
THE WINNER IS - OSPINA si toglie gli schiaffi dalla faccia con i piedi: qualche fantallenatore è arrabbiato. Ecco la rubrica
Questa settimana, in seguito al match contro il Sassuolo, ci sono molti azzurri che si sono evidenziati: a partire da Ounas e Malcuit (entrambi nelle scorse settimane si sono aggiudicati la nomina di "winner"), poi c'è Insigne protagonista indiscusso ma anche lo stesso Carlo Ancelotti si è dimostrato ancora un genio del turnover, pur modificando la rosa, la squadra resta vincente: il nuovo motto è "squadra che vince... si cambia".
Ma questa settimana è giusto premiare chi è stato accolto con molta diffidenza, scetticismo: David OSPINA.
MERCATO - Parlandoci chiaro, non era lui che doveva vestire la maglia azzurra, non era minimamente nei piani del Napoli e della società: Meret era il titolare e Karnezis il vice portiere, in quanto uomo di esperienza, amico e compagno anche all'Udinese. Eppure il destino è beffardo ed ha voluto che Alex, il prescelto giovanissimo e futuro della Nazionale insieme a Donnarumma, si rompesse la mano: allora la società azzurra impazzisce, serve un portiere. Tantissime voci per il mercato estivo, le ultime vedevano un tête-à-tête tra Ospina e Ochoa, rispettivamente titolari della Nazionale colombiana e messicana. Uno scontro in cui ne è uscito vincitore l'ex Arsenal.
REINA - A molti tifosi la sua fisionomia, il suo aspetto fisico ha ricordato Pepe Reina e ciò ha già mandato tutti nel panico e nel pregiudizio: anche se a livello di misure non ci siamo in quanto lo spagnolo conta 1,88 m e 92kg mentre il colombiano conta 1,83 m e 76kg e mentre il primo è del 1982 l'altro è 1988. Ma su qualcosa non si può sorvolare, il numero della maglia è il medesimo, il 25.
PRIMO IMPATTO - La partenza del nuovo portiere azzurro è stata tutta tranne che fortunata, i suoi interventi sono stati nulli in quanto ogni tiro era gol: si dibatteva se poteva fare di più o se tutti quei tiri tra Milan e Sampdoria non potessero che essere guardati finire in rete: fatto sta che la fortuna non l'ha assistito e ciò ha causato ancora di più pregiudizi e maldicenze.
TEMPO - Si inizia però a far vedere, prima contro la Juventus in cui compie parate piuttosto importanti (salvo i gol) e poi anche contro il Liverpool nelle poche volte in cui è chiamato in causa si fa trovare pronto e presente: si inizia a vedere come anche il suo rapporto con il reparto difensivo inizia ad affiatarsi e ci sono meno incomprensioni. Si sa che il 50% del lavoro di un portiere è quello del fare la voce grossa: bisogna farsi sentire, ruggire con la difesa, ammonire ma anche dare calma e serenità. Avere l'ansia da prestazione, non farsi intendere, crea soltanto tantissimo caos e confusione che sfocia in incomprensioni e poca gestione del ruolo da leader che per forza di cose un estremo difensore deve avere: attributi, coraggio, forza e carattere, oltre alla tecnica, qualità e bravura.
SASSUOLO - E dunque arriviamo al match per eccellenza, ormai il tempo gli è stato dato, si è ambientato maggiormente e sembra che sia arrivato il momento di riscaldare i guantoni e non solo. Arriva al '30 del primo tempo il primo pensiero per Ospina che para con qualche sbavatura sul tiro di Djuricic: ci pensa poi Albiol a mettere una pezza sulla respinta laterale del colombiano. Questa parata aumenta il disappunto dei telecronisti che giudicano l'intervento poco pulito che in altre circostanze avrebbe potuto portare ad una rete avversaria in vista di una ribattuta non perfetta.
Poi subentra Berardi nel secondo tempo, il quale non ha intenzione di far portare ad Ospina la porta inviolata: si accentra e lancia un siluro, il colombiano c'è e gli dice di no con un colpo di reni, è angolo. Successivamente è ancora il neroverde italiano che crea un'ottima imbucata per Djuricic, l'azzurro si oppone in modo miracoloso con i piedi, stesso farà contro Domenico ancora una volta. Infine l'estremo difensore decide di superarsi negando letteralmente un gol già fatto da Babacar a pochi passi dalla porta: tira a botta sicura ma il numero 25 azzurro è ancora con i piedi che si salva.
RISPOSTE - E' così che David Ospina fa arrabbiare tantissimi fantallenatori a cui nega innumerevoli +3 di Berardi, Djuricic e Babacar mentre i tifosi azzurri ed Ancelotti gioiscono per una nuova scoperta, per uno che finalmente risponde alle tante critiche, polemiche e pregiudizi. Probabilmente le sue parate, specialmente quelle con i piedi, non brillando a livello di tecnica, non sono il massimo dello stile ma risultano efficaci e convincenti: così tanto da lasciare la porta del colombiano completamente intatta, è clean sheet. La porta del numero 25 resta completamente pulita, mentre i suoi interventi forse risultano sporchi: ma è così che Ospina si toglie i tanti schiaffi dalla faccia... con i suoi piedi.
di Claudia Vivenzio
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