Cari lettori di CalcioNapoli19.26.it benvenuti nuovamente nella rubrica “THE WINNER IS”, quella che ha la scopo di decretare il “vincitore” della partita in base ad una serie di parametri molto variegati: quali l’intelligenza, la bravura, il carattere, la tecnica, l’etica ma ci sarà anche spazio, lì quando ci sarà poco da gioire, alla satira e all’ironia.
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THE WINNER IS – MILIK, croc…iati e delizia
THE WINNER IS - MILIK, croc...iati e delizia. Ecco la rubrica del vincitore
Questa settimana, il match contro l’Atalanta è stato tosto e gli azzurri a Bergamo hanno sempre trovato difficoltà: i bergamaschi sono da anno ormai la bestia nera di Maurizio Sarri, ma non di Carlo Ancelotti a quanto pare.
Meriterebbe a pieni voti la nomina del vincitore MarioRui per la partita che ha compiuto. È sicuramente una delle prestazione più brillanti da quando è a Napoli:
Tocchi: 85
Contrasti: 3
Palle intercettate: 5
Spazzate: 7
È chiaro dunque come l’uomo della partita a livello di prestazione e di statistiche sia stato il portoghese ma c’è da premiare chi è ancora meno premiato di lui. C’è da risaltare chi viene sempre messo in discussione. Un giocatore che vive all’ombra dei paragoni con ogni. Sembra che tutti andrebbero bene al suo posto: non ha i numeri, non ha il carattere, non è forte, è mollo e chi più ne ha più ne metta.
Ma c’è da sottolineare una cosa: l’assist dello strepitoso Mario Rui non varrebbe nulla se non ci fosse stato il messo in discussione per eccellenza. Il vincitore è: Arkadiusz MILIK.
Entra per intuizione di Carlo Ancelotti: Dries Mertens non era affatto in forma, ha divagato per il campo alla ricerca di spazio e palloni, trova un po’ e un po’ ma incide come una matita su un foglio grigio.
Allora è tutto, di nuovo, sulle spalle del polacco che è chiamato a fare la differenza. Ma il numero 99 si vede entrare in campo all’81esimo, non ha molto tempo a disposizione: la pressione è alle stelle, un’altra volta quando è tutto nero viene richiesto a gran voce per cambiare le sorti del Napoli, questa volta è ancora più difficile.
Arek si guarda intorno e capisce che non ci sono alternative: bisogna far gol, per riconquistare tutti, il mister, i tifosi e chi non crede in lui. Attende soltanto 3 minuti, ossia 180 secondi: il cross di Mario Rui lo stoppa di gamba, il pallone si alza, non guarda il portiere Berisha. Il suo sguardo è fisso, pietrificato sul pallone, quando scenderà dovrà impattarlo bene perché questo fa la differenza tra una cannonata è un pallone che va in tribuna.
Le statistiche parlando chiarissimo: 1 tiro, 1 gol.
Che cosa si vuole di più? Questo è Milik, croc...iati e delizia: sempre più delizia che crociati.
di Claudia Vivenzio
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