Non ce ne vogliano gli amici, anzi... i fratelli della Genova rossoblu, ma quale che sia la prospettiva da cui si analizza il problema, quale che sia l'esito del campionato, questa stagione è veramente uno strazio!
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Non ce ne vogliano gli amici, anzi… i fratelli della Genova rossoblu, ma quale che sia la prospett
Non ce ne vogliano gli amici, anzi… i fratelli della Genova rossoblu, ma quale che sia la prospettiva da cui si analizza il problema, quale che sia l’esito del campionato, questa stagione è veramente uno strazio! Il Genoa, o...
Il Genoa, o - per meglio dire - il Genoa di Preziosi merita di retrocedere senza appello. Sono anni che il presidente, pur avendo la capacità di piazzare colpi interessanti (lo dice la storia recente del club), non è in grado di dare continuità al progetto tecnico (se esiste un progetto tecnico, noi lo ignoriamo, ndr).
Il campioncino viene prontamente ceduto e non è quasi mai adeguatamente sostituito. Ma veniamo al punto. Chi legge questo articolo potrà chiedersi il perché di tanto "livore". Bene, la risposta è una sola ed assiomatica: chi è vicino ai fatti di casa-Napoli non può, per ovvie ragioni di cuore, non tenere alle sorti del Vecchio Balordo. Così Gianni Brera chiamava il "suo" adorato Genoa.
Preziosi si sta giocando male le sue carte. Ancora una volta ha venduto i giocatori migliori a metà stagione (su tutti Pavoletti, Ocampos e Rincon) senza neanche cercare sostituti in grado di prenderne il testimone.
Dopo la sessione di mercato invernale, il Grifone è scandalosamente crollato: sono solo 5 i punti conquistati nelle ultime dodici gare.
Insomma, Preziosi ha tentato il colpaccio, ha cercato di fare "all in" sulla mediocrità del calcio italiano. A suo modo di vedere (interpretiamo i suoi pensieri) il campo aveva già dato il suo verdetto, con Pescara, Crotone e Palermo destinate alla cadetteria.
Non ha fatto, però, i conti con la fame dei pitagorici che potrebbero anche far saltare il banco e ribaltare ogni pronostico. Il Crotone ha fame, è vorace, cerca l'impresa ed attualmente una delle squadre più in forma del torneo. Il Genoa, invece è fiacco... un collettivo privo di nerbo e serenità.
Sulla scorta di queste valutazioni, è giusto che i rossoblu scendano di categoria, fermo restando che è complicato, per i calabresi, rimontare 5 punti in 4 gare. Il Genoa merita rispetto, per il suo glorioso passato, per la memoria di Fabrizio De Andrè che, folle d'amore per questi colori, segnava in un'agendina tutti i risultati del Grifone. Per Franco Scoglio, il professore di Lipari, che per la maglia rossoblu ha speso fino all'ultimo respiro di vita.
Per William Garbutt, il genio d'oltremanica che ha insegnato il gioco del calcio a Napoli per poi andare a far grande il vecchio Grifo. Come vedete, cari lettori, al di là del prezioso gemellaggio, Napoli e Genoa sono incontrovertibilmente legate da un filo rosso (e azzurro più che blu), sottile e indissolubile.
E' la storia che intreccia i destini di queste due meravigliose città di mare (tornate, peraltro, a braccetto in Serie A). Ecco perché pretendiamo un futuro diverso per i nostri "fratelli". REDAZIONE - .
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