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Luís Vinício C’ era un Napoli sessanta anni fa (stagione ‘57- 58) che segnava più di quello

Luís Vinício   C’ era un Napoli sessanta anni fa (stagione ‘57- 58) che segnava più di quello

Luís Vinício C’ era un Napoli sessanta anni fa (stagione ‘57- 58) che segnava più di quello di Sarri. Sei giornate di campionato, 23 gol (con un 6-0 al Verona, poi retrocesso, che richiama quello recente al Benevento). Insigne e...

Redazione

Luís Vinício C’ era un Napoli sessanta anni fa (stagione ‘57- 58) che segnava più di quello di Sarri. Sei giornate di campionato, 23 gol (con un 6-0 al Verona, poi retrocesso, che richiama quello recente al Benevento). Insigne e compagni sono a quota 22 però mirano al sorpasso perché la squadra allenata dal «Fornaretto» Amadei alla settima perse 4-1 in casa della Lazio mentre domenica al San Paolo arriva il Cagliari, che non ha esattamente una difesa impenetrabile. Il centravanti che sei decadi fa faceva impazzire Napoli era Luis Vinicio: 6 reti nelle prime 6 gare (21 a fine campionato), lo stesso bottino di Dries Mertens ora.

Vinicio, teme che questo Napoli faccia tre gol anche con il Cagliari e superi il vostro record? «Non lo temo, glielo auguro e credo sia probabile perché ormai gli azzurri viaggiano a medie realizzative impressionanti. Non mi stupirei quindi di un’altra goleada. Del resto, il tridente del Napoli è fortissimo. Tecnicamente è diverso da quello in cui giocavamo Di Giacomo, Pesaola e io perché diverso era il calcio di allora e diverso è l’obiettivo: noi partimmo per salvarci, loro mirano in alto».

E' l’anno buono per vincere lo scudetto? «E' una parola che non voglio pronunciare, sono scaramantico come un vero napoletano e poi bisogna sempre tenere presente che siamo soltanto all’inizio della stagione. Certo, il Napoli ha grandi qualità perché gioca un bel calcio con degli ottimi interpreti e, secondo me, in questo momento sta meglio della Juve. Guai però a pronunciare quella parola.».

Sarà lotta a due con i bianconeri o ci sono altre pretendenti? «Credo che Napoli e Juve siano le più attrezzate, molto dipenderà anche dagli scontri diretti specie sotto il profilo psicologico. A proposito, nel ‘57-58 vincemmo sia a Torino sia in casa. Il 4-3 del Vomero è indimenticabile: c’era gente seduta a bordo campo, gli spalti non riuscivano a contenere la folla».

Sarà più decisivo Mertens o Dybala? «Il belga è diventato davvero un bomber di razza, non me l’aspettavo quando Sarri lo ha proposto centravanti. Mi ricorda Romario per la capacità di dribblare e smarcarsi in area di rigore. Può segnare ancora tantissimo perché sembra quasi voglia recuperare il tempo perduto. Dybala è un fenomeno. Da brasiliano-napoletano è dura dire questo di un argentino della Juve, ma Dybala ha un mancino davvero incredibile».

Da ex centravanti, chi vincerà la classifica dei cannonieri? «Spero ovviamente Mertens, però io sono sempre per il numero nove classico e quindi dico Dzeko della Roma».

Da ex allenatore, invece, ritiene che sia possibile coniugare spettacolo e vittorie? «Non capisco come si possa affermare il contrario. E' vero che si può vincere in tanti modi, ma io credo lo si possa fare soprattutto imponendo il proprio gioco come fa il Napoli. Molti continuano a paragonare questa squadra a quella che guidavo io nel ‘74-75 e che finì seconda dietro la Juve, però la storia è fatta per essere riscritta».

C’è il rischio per ilNapoli di privilegiare la corsa scudetto rispetto alla Champions League? «Io la vedo così: fare risultato in Champions dà autostima e carica in prospettiva del campionato. Il Napoli ha preso coscienza della sua forza lo scorso anno contro il Real, poi ha fatto un gran finale di stagione. Bisogna puntare al massimo anche in Europa per arrivare a quello che i napoletani sognano».

Un’ultima curiosità: quanti gol avrebbe segnato Vinicio con Sarri in panchina? «E' impossibile dirlo, di sicuro io m isarei divertito e credo anche i tifosi. E' un tecnico capace di esaltare le doti realizzative dei suoi attaccanti. E' stato bravo anche con Higuain, ma il Pipita è nato per segnare. Mertens è il suo vero capolavoro». GdS.