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Verratti: “Scudetto? Sarà dura per il Napoli rimontare, lo scontro diretto sarà decisivo”

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Marco Verratti, giocatore del Psg e della Nazionale Italiana sulle colonne de La Gazzetta dello Sport ha parlato della Champions e sfida Scudetto.

Redazione

Marco Verratti, centrocampista del Psg e della Nazionale Italiana sulle colonne de La Gazzetta dello Sport ha rilasciato una lunga intervista nel quale ha menzionato l'Italia fuori dai Mondiali, nonchè la lotta Scudetto. Di seguito l'intervista integrale riproposta da CalcioNapoli1926: "

"La ferita è aperta e sarà molto dolorosa quando vedremo i Mondiali in tv. E’ stato un fallimento totale. Il fatto di avere la Spagna nel gruppo forse ci ha spinto a non credere in noi fino in fondo".

Pensavate di arrivare comunque secondi?

"Era l’aria che si respirava in Nazionale. Poi gli spareggi sono gare difficili, anche se magari a portata. Bisogna guardare avanti. E cambiare: noi giocatori che siamo i primi responsabili".

L’hanno criticata per il giallo contro la Svezia. Il c.t. Di Biagio però ha speso parole importanti nei suoi confronti. Troppa responsabilità?

"Nel calcio di oggi spetta a tutti una parte di responsabilità. Di Biagio vede il calcio come me. Può essere un vantaggio. Accetto le critiche, fanno parte del mestiere, soprattutto se giochi per una nazione intera. L’importante è che la gente capisca che non giochiamo per soldi, ma per l’onore di rappresentare il proprio Paese".

Di Biagio dice che Verratti va messo nelle migliori condizioni. Ventura non l’ha fatto?

"Ventura aveva una visione molto tattica. Magari va bene in club, ma in Nazionale è più difficile acquisire tante nozioni tattiche in pochi giorni. A volte quando avevamo palla, andavamo tutti in confusione. L’organizzazione è importante, ma in Nazionale non si fa tutto con la tattica. Ventura lo rispetto, è un po’ come Zeman. Ma se metti Zeman in Nazionale magari è dura far capire a tutti le sue idee in così poco tempo".

Barzagli ha lasciato. Buffon ci pensa.

"Sono scelte personali. Poi per Buffon le porte restano sempre aperte. Se un giorno dovesse chiudere, ci mancherà in campo e in spogliatoio. E’ un punto di riferimento per tutti".

Lei in Nazionale è un giovane anziano con un ruolo importante nella transizione.

"Ricordo le prime volte in azzurro. Spero di trasmettere passione e entusiasmo a chi arriva".

Chi vuole tornare è Balotelli: è compatibile con Immobile e Belotti?

"A Nizza gioca spesso con due punte. E’ un giocatore di valore, il posto se lo meriterebbe per le prestazioni. Può fare bene alla Nazionale se viene messo nelle condizioni giuste. E se viene con l’atteggiamento giusto".

Obiettivo Nations League o Europeo?

"Dobbiamo riportare entusiasmo e riconquistare i cuori dei tifosi. I risultati vengono con il lavoro".

Che sia con Di Biagio, Ancelotti, Mancini, Conte o Ranieri?

"Sono scelte della Federazione. Sono tutti profili di alto livello".

Psg fuori dalla Champions. Dani Alves dice che manca coesione. Mbappé che il Real Madrid ha mostrato la differenza tra grandi giocatori e campioni. E lei?

"A caldo emerge sempre di più la delusione. Il Real è un avversario tosto, ma eravamo convinti di passare. Il Psg non è così distante dal Real. Poi certi episodi fanno la differenza. Ronaldo magari non ha fatto molto all’andata, ma comunque due gol".

E al ritorno non c’era Neymar.

"E’ come togliere Messi al Barcellona. Sono giocatori che fanno il 30% di una squadra. Abbiamo la fortuna di averlo con noi. L’hanno pagato tanto perché è un fenomeno".

Con cui è sbocciato un feeling come con Ibrahimovic.

"Ibra forse è più selettivo in amicizia. Ma in campo si somigliano. Sono due leader: trascinano i compagni, si allenano al massimo".

Anche al Psg la criticano per i troppi cartellini.

"Contro il Real ho sbagliato. Ma è un rosso di frustrazione. A volte gli arbitri potrebbero essere più tolleranti. Ho avuto una reazione scomposta, ma non ho insultato nessuno, mentre Messi che protesta puntando il dito in faccia all’arbitro non viene neanche punito. Comunque devo migliorare".

Sarà di nuovo un’estate calda per Verratti sul mercato?

"Ho letto che Raiola mi ha offerto al Barcellona. Falsità. Ho parlato con i miei dirigenti, sanno cosa penso, le cose sono chiare: ho deciso di restare. Ho il chiodo fisso di vincere con il Psg che mi ha permesso di crescere anche come uomo. E di condividere un progetto ambizioso. Spero la pensino così anche i miei compagni. Una sconfitta non può azzerare tutto".

Resta anche Neymar?

"Per raggiungere grandi obiettivi, servono grandi giocatori. Con Neymar è tutto più facile".

Intanto, la Juve in Champions se la vede con il Real.

"Difficile, ma non impossibile. Può farcela, anche se il Real sa soffrire. E’ più dura per la Roma: il Barcellona è migliorato molto anche in difesa".

E il Siviglia di Montella con il Bayern?

"E’ un amico, ha già fatto una grande impresa con il Manchester: una bella rivincita dopo la delusione con il Milan".

Scudetto?

"La Juve è spietata. Sa vincere anche se non gioca bene. E’ questione di mentalità. Per il Napoli è dura rimontare. Lo scontro diretto potrebbe essere decisivo".