Filippo Fusco, ex direttore sportivo del Verona, ai microfoni del Corriere di Verona è tornato a parlare del suo anno nel capoluogo veneto citando anche un episodio poco gradevole in relazioni alle sue origini napoletane:
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Verona, l’ex ds Fusco: “Sono stato insultato per le mie origini napoletane”
Verona, l'ex ds Fusco: "Sono stato insultato per le mie origini napoletane". Le parole
Le sue sono state dimissioni effettive o di facciata? Si dice che lei abbiamo continuato a frequentare il campo di Peschiera anche in seguito:
"Soltanto ipotizzarlo è offensivo. Sono passato da Peschiera un paio di giorni dopo Benevento per salutare i giocatori e non ci sono più stato. Né ho più chiamato calciatori o dirigenti. Mi sono sentito al telefono, questo sì, con Pecchia: c'è un rapporto ventennale, che prescinde dall'esperienza comune a Verona".
Si è pentito di averlo difeso così a lungo?
"Non mi sono esposto in suo favore per amicizia. A Napoli mi spesi per Zeman, che non era mio amico, idem a Bologna con Lopez. Pecchia per me aveva in mano la squadra, era l'uomo giusto per l'Hellas dopo quanto fatto l'anno prima. La promozione non è mai scontata".
Non c'è dubbio che molto sia stato sbagliato
"Ammetto che tante cose le farei in modo diverso. L'operazione Caceres, intanto, e poi chiuderei per Cutrone. Cosegnerei all'allenatore una rosa più completa già in ritiro".
L'Hellas è scivolato sempre più in basso in clssifica e lei e Pecchia siete finiti al centro delle contestazioni
"Verona è una città mervigliosa, tra le più belle al mondo, con una tifoseria che ama la propria squadra profondamente. Mi spiace rilevare che esiste una ristretta minoranza che non l'aiuta. Sono stato bersagliato di insulti per le mie origini più ancora che per le responsabilità che ho e che mi sono sempre assunto".
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