ultimissime calcio napoli

The Turning Point – Marek Hamsik, lo slovacco che ha riscritto la storia azzurra

The Turning Point – Marek Hamsik, lo slovacco che ha riscritto la storia azzurra

The Turning Point - Marek Hamsik, lo slovacco che ha riscritto la storia azzurra

Redazione

Cari lettori di CalcioNapoli1926.it, la rubrica The Turning Point ha lo scopo di analizzare la chiave di volta dei match giocati dal Napoli. Campionato, Champions League o Coppa Italia assisteremo sempre ad un episodio che cambierà le sorti dell'incontro e noi saremo pronti a raccontarvelo.

Ci sono giorni che vorresti lasciare alle spalle ed altri che, invece, vorresti non dimenticare mai. Come il 15 agosto 2007, prima partita di Marek Hamsik con la maglia del Napoli. Quel match con il Cesena, in cui realizza il suo primo gol in azzurro, sancisce l'inizio di una storia d'amore tra uno slovacco e la città partenopea. Un rapporto viscerale, fatto di momenti bui e gioie indimenticabili. Dopo undici anni è semplice pensare a Marek come un'icona della squadra partenopea, ma quando è arrivato era un perfetto sconosciuto.

Un ragazzo di vent'anni acquistato dal Brescia per una cifra di 5,5 milioni di euro. Una miseria rapportata alle cifre stratosferiche raggiunte dalla sua valutazione negli ultimi anni. Eppure quella scommessa fatta dal presidente Aurelio De Laurentiis si è rivelata vincente, così come il Napoli degli anni di Hamsik. Il palmares con l'attuale capitano azzurro in squadra non è per niente male: sono state vinte due Coppa Italia (2011/2012 e 2013/2014) ed una Supercoppa Italiana nel 2014. Si spera che i trofei in bacheca possano aumentare ancora al termine di questa stagione, magari con il titolo che manca a Napoli dall'epoca di Maradona.

Già, Diego Armando Maradona. Il calciatore più forte della storia del calcio che nella città partenopeo ha scritto eterne pagine di successi e record, come i 115 gol siglati in sette stagioni con la maglia azzurra. Sembra una cifra immensa, irraggiungibile. Un'impresa impossibile per il calcio moderno, almeno prima dell'arrivo di Marek Hamsik.

"Non si può essere fenomeni tutti i giorni dell’anno. Anche Maradona non sempre giocava da Maradona" disse una volta Diego. Spesso si dimentica che i calciatori sono anch'essi uomini e che, in quanto tali, vivono di alti e bassi. Non c'è calciatore che non abbia mai avuto un calo, impensabile. Eppure da loro ci si aspetta sempre il massimo, sempre il tocco vincente per poter liberare in un'esultanza la propria gioia. Marek, nel corso dei suoi undici anni a Napoli, di momenti difficili ne ha vissuti. Ma la forza di saper reagire al momento giusto distingue un normale calciatore da un campione. La sua umiltà, il suo essere pacato, la sua tenacia e la sua fedeltà lo hanno reso il beniamino dei napoletani. I tifosi sono sempre dalla sua parte, hanno imparato ad amarlo e lui ha imparato ad amare la sua seconda pelle: la maglia azzurra.

Scrivere la storia non è semplice, sopratutto quando chi ti precede è considerato come una divinità dal popolo che ti ha accolto. Allora come fare? La storia insegna: si faccia come i romani erano soliti fare con i popoli conquistati. Lasciare loro le proprie usanze e le loro tradizioni. È per questo motivo che Hamsik non ha mai pensato di prendere il posto di Diego, nemmeno quando lo ha raggiunto nella classifica dei cannonieri azzurri. I 115 gol con il Napoli non lo hanno cambiato, tanto che subito dopo ha dichiarato: "Maradona è unico ed eccezionale". Un condottiero silenzioso, un giocatore che manovra il gioco ed agisce nell'ombra, ma sa quando è il momento di salire in cattedra e sfruttare le luci alla ribalta.

E se nella fredda Torino lo slovacco riesce ad agganciare in vetta il fenomeno argentino, è propeio a Napoli che avviene la magia. Sì, è al San Paolo che il caso ha voluto che Marek superasse Maradona. Forse non è stato il fato, forse era già scritto che Hamsik regalasse questa gioia ai 50mila del San Paolo e ricevesse l'abbraccio di una città che da anni lo ama. Un gol di rapina, un piattone sull'assist di Mertens che batte Viviano.

Dopo undici anni Marek è un vero napoletano, mentre Napoli porta con sé un po' di Slovacchia. La storia di un ragazzo qualunque che ha sempre alzato la cresta, anche quando con Benitez non riusciva ad esprimersi al meglio in campo. La storia di un ragazzo che il cuore l'ha colorato d'azzurro nel 2007 e non ha voluto altro colore nella sua vita.

La storia di un ragazzo che la storia l'ha scritta o, meglio, riscritta! Un calciatore che gioca per undici stagioni con la stessa casacca al giorno d'oggi è più unico che raro. In un calcio fatto di voltabandiere, comandato dal dio denaro che tutto muove, Marek Hamsik è un vero e proprio esempio di fedeltà ad una maglia, ad una città, ad un popolo che ha voglia di riscatto. Un popolo che vive di calcio e senza il quale non sarebbe lo stesso. Un popolo che spera di poter colorare i vicoli della città d'azzurro a maggio e che, per il momento, si gode i 116 gol di Marek Hamsik e la vittoria meritata ma sofferta contro la Sampdoria.

REDAZIONE - Armando Inneguale e Luca D'Isanto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA