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The Turning Point – Donnarumma condanna la sua terra? Alla ricerca del colpevole che non c’è

The Turning Point – Donnarumma condanna la sua terra? Alla ricerca del colpevole che non c’è

The Turning Point - Donnarumma volta le spalle alla sua terra? Alla ricerca di un colpevole inesistente

Redazione

Cari lettori di CalcioNapoli1926.it, la rubrica The Turning Point ha lo scopo di analizzare la chiave di volta dei match giocati dal Napoli. Campionato, Champions League o Coppa Italia assisteremo sempre ad un episodio che cambierà le sorti dell'incontro e noi saremo pronti a raccontarvelo.

La corsa scudetto è stata, forse, compromessa definitivamente. Chi è il colpevole? Molti hanno puntato il dito controGianluigi Donnarumma. Il portiere del Milan, infatti, nel corso dell'ultimo minuto utile di gioco ha compiuto un vero e proprio miracolo su Arek Milik. Secondo parte della tifoseria partenopea l'estremo difensore avrebbe voltato le spalle alla sua terra (è di origine campane, con natali a Castellammare di Stabia) negando il gol al bomber polacco. Per favore, siamo seri. Al di là della prodezza di Donnarumma, un centravanti con il fiuto della rete non avrebbe scelto l'angolo più lontano preferendo la potenza alla precisione.

Quindi il colpevole è Milik? Ovviamente no, al polacco non si può recriminare nulla. È tornato dal secondo, durissimo, infortunio con una voglia di giocare che fa ben sperare. Ha segnato contro il Chievo riaccendendo le speranze azzurre ma non gli si può chiedere continuamente di entrare in campo a 25/30 minuti dalla fine e risolvere il match alla prima occasione utile.

Esclusi Donnarumma e Milik, possiamo additare Mertens? Il belga corre, si sovrappone spesso ad Insigne ma non riesce a dare consistenza in area di rigore nell'ultimo periodo. Ma non sembra di pretendere troppo da un giocatore che a 30 anni si è prestato a diventare una prima punta e che nell'arco di due stagione ha sempre rappresentato il terminale offensivo del Napoli, orfano di alternative? Può sembrare assurdo da credere, ma anche i calciatori sono umani. La mancanza di reti è un dato indicativo della stanchezza complessiva dell'organico. Insigne non è più in grado di garantire strappi ed allunghi, una delle sue principali caratteristiche da brevilineo. Callejon copre e attacca come sempre, ma a ridosso dell'area avversaria sembra un tenero agnellino che si ritrova nella tana del lupo.

Sollevando i giocatori dai capi di accusa resta da colpevolizzare Sarri. Spesso gli si critica il modo di gestire la rosa perché dai preliminari di Champions League contro il Nizza (agosto 2017) hanno giocato quasi sempre gli stessi 13/14 giocatori. Il minutaggio degli azzurri, confrontato con quello delle altre squadre di Serie A, farebbe impallidire. Eppure a tutti è piaciuto il Napoli del bel gioco... E quali erano gli interpreti? Gli stessi che, al momento, sembrano spompati.

Bisognava, quindi, ruotare la rosa e dare spazio anche agli altri? A questa domanda si potrebbe rispondere solo avendo conoscenze da allenatore ed il quadro completo della rosa azzurra in allenamento. Dall'esterno è facile puntare il dito, ma la situazione interna allo spogliatoio è risaputa solo dai componenti dello staff, dai sanitari ed affini.

Qualcosa, forse, si potrebbe recriminare alla società che nel corso della campagna acquisti estiva è riuscita a chiudere solo per Ounas e Mario Rui, mentre a gennaio l'unico "rinforzo" è stato Milic (a parametro zero) ma solo per dare modo a Sarri di allenare i proprio uomini a coppia. Poco per chi deve affrontare ben tre competizioni e lotta per lo scudetto contro una Juventus che, in estate, ha rinforzato la panchina (e non l'undici titolare) spendendo 150 milioni.

Magari, però, sarebbe meglio non smettere di crederci perché domenica si gioca uno scontro diretto che può rimettere tutto in discussione. La Juventus deve ancora affrontare Roma ed Inter, quindi niente è scontato. Forse è chiedere troppo, ma i ragazzi in maglia azzurra andrebbero solo applauditi, nonostante tutto. Hanno sudato la maglia senza mai risparmiarsi e sicuramente lo faranno fino al termine della stagione.

In conclusione, non esiste un colpevole. Un mix di fattori, prevedibili o meno, hanno reso la corsa scudetto più agevole per la Juventus. Ma i bianconeri si trovano a 6 punti di distanza e le partite da giocare sono ancora 6 ed i punti a disposizione sono 18, con il Napoli ad un punto dalla Champions matematica.

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Redazione - Armando Inneguale e Luca D'Isanto.