E’ stato uno degli obiettivi tecnico-tattici principali del ct nella lunga vigilia prespagnola: quello di mettere insieme la migliore Italia possibile con Lorenzo Insigne. Missione fallita. Stiamo parlando dell’unica bandiera “nazionale” del magnifico Napoli di Sarri, arrivato a una maturazione che ne fa elemento irrinunciabile anche per il ct azzurro, sotto il quale ha ricevuto la maglia numero 10, transitata in precedenza dalle spalle di Verratti. Certo i meccanismi messi a punto dal tecnico tosco-napoletano non sono sicuramente riproponibili in Nazionale ma bisogna stare anche attenti di non cadere nella trappola per cui Insigne sia Insigne solo nel Napoli.
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E’ stato uno degli obiettivi tecnico-tattici principali del ct nella lunga vigilia prespagnola: quel
E’ stato uno degli obiettivi tecnico-tattici principali del ct nella lunga vigilia prespagnola: quello di mettere insieme la migliore Italia possibile con Lorenzo Insigne. Missione fallita. Stiamo parlando dell’unica bandiera “nazionale”...
Con il modulo attuato in Spagna per esempio nel giugno scorso il giocatore aveva fatto assai bene sia con l’Uruguay che con il Liechtenstein, al quale per altro aveva segnato un gol di rara bellezza. Contro la corazzata di Lopetegui però, visto come si erano messe le cose, complicate dalle difficoltà di Spinazzola, bisognava intervenire cercando di far guadagnare metri in avanti a uno dei pochi eversori che il nostro calcio propone. Vero che il 4-2-4 era l’unico modo per avere in campo Candreva, Immobile, Belotti e appunto Lorenzino. Ma dopo quanto stava accadendo una mossa poteva essere quella di passare al 3-4-3, un modulo col quale proprio Insigne aveva già segnato alla Spagna. Ora però basta parlare di Isko e compagni. Domani a Reggio Emilia troviamo Israele. All’andata era ancora tempo di 3-5-2 e Insigne non era ancora il 10 azzurro. Stavolta non resta che trovare il modo per farlo correre in avanti. CdS.
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