Si dice spesso che il tre sia il numero perfetto. Beh, guardando la carriera di Maurizio Sarri, è sicuramente un numero magico. La terza stagione di Sarri su una panchina è sempre stata quella della svolta, e l'ultima dimostrazione è andata in scena a Empoli, al suo primo anno di A. Una salvezza conquistata attraverso il bel gioco e la sfrontatezza, una rarità per chi parte per non retrocedere. Ecco perché la terza stagione a Napoli parte con aspettative maggiori, col sogno scudetto da coltivare, senza paura di volare con le ambizioni. E con la consapevolezza di avere una squadra che ormai gioca a memoria, matura al punto giusto per lottare fino alla fine per il titolo. "Sarebbe stupido cambiare modulo visto che siamo stati la squadra più prolifica del campionato - ha detto domenica sera Sarri a Folgarida, nel tradizionale incontro con i tifosi -. Possiamo migliorare, subendo qualche gol in meno. Inserire altri attaccanti sarebbe rischioso per il nostro equilibrio, ma stiamo lavorando per avere un'alternativa a gara in corso". Napoli, svelata la nuova maglia
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Si dice spesso che il tre sia il numero perfetto. Beh, guardando la carriera di Maurizio Sarri
Si dice spesso che il tre sia il numero perfetto. Beh, guardando la carriera di Maurizio Sarri, è sicuramente un numero magico. La terza stagione di Sarri su una panchina è sempre stata quella della svolta, e l’ultima...
la certezza — Oggi primo test, sul campo di Dimaro alle 18, con i dilettanti (Promozione) della Bassa Anaunia. Nel laboratorio Sarri allora si studia, notte e giorno come di consueto, alla ricerca della perfezione. Il Napoli vestito col 4-3-3 sembra vicinissimo a una macchina perfetta: ha chiuso l'ultimo campionato con il record di punti (86) della società in Serie A, da squadra meno battuta del torneo - solo quattro sconfitte e appena una, contro l'Atalanta, nel girone di ritorno -, e con il miglior attacco con 94 reti fatte, portando quattro giocatori in doppia cifra di gol. Dimostrando, soprattutto da marzo in poi, di avere davvero pochi punti deboli. Lo spartiacque della stagione è stata l'eliminazione in Champions, che paradossalmente ha dato alla squadra di Sarri la certificazione di essere diventata grande, capace di spaventare il Real Madrid. L'ultimo step allora deve essere quello di ritrovare la solidità difensiva (troppi 39 gol subiti in A per puntare allo scudetto) e la capacità di non perdere punti per strada con le piccole: i pareggi interni con Palermo e Sassuolo e quelli esterni con Pescara e ancora Sassuolo hanno condannato il Napoli ai preliminari di Champions. Napoli, arriva Mario Rui: "Contento di ritrovare Sarri"
l'alternativa — Per questo Sarri sta cercando di avvicinare alla perfezione anche il secondo sistema di gioco, il 4-2-3-1 da rilanciare a gara in corso, per sbloccare o ribaltare un risultato in coda al match. Col tridente dei piccoletti pronto a esaltarsi alle spalle di un vero centravanti come Milik (o Pavoletti), muscoli e centimetri a disposizione della squadra per scardinare il muro avversario. Soprattutto contro squadre chiuse o contro una difesa a tre, che spesso ha dato fastidio al Napoli. I quattro k.o. infatti sono arrivati contro avversari schierati a tre dietro, perché oltre all'Atalanta (fedele al 3-4-1-2), anche Juventus e Roma all'andata hanno affrontato gli azzurri con i tre dietro. E lo 0-0 in casa del Genoa ha sottolineato questa specie di allergia azzurra nel sorprendere una fase difensiva più accorta. La profondità della rosa, la qualità dei singoli e la loro duttilità saranno armi fondamentali per affinare anche ilsecondo sistema, che avrà Hamsik come regista. Un Napoli a due facce per essere imprevedibile e non lasciare più punti per strada. Il sogno azzurro passa soprattutto da qui. Gazzetta dello Sport.
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