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Sacchi: “Ancelotti il migliore, stima per De Laurentiis. Sarri? Peccato per lo scudetto perso lo scorso anno”

Sacchi: “Ancelotti il migliore, stima per De Laurentiis. Sarri? Peccato per lo scudetto perso lo scorso anno”

Sacchi a Il Mattino: "Ancelotti il migliore, stima per De Laurentiis. Sarri? Peccato per lo scudetto perso lo scorso anno"

Redazione

Arrigo Sacchi, ex allenatore, ha rilasciato un' intervista ai microfoni de Il Mattino. Ecco quanto evidenziato:

Su Ancelotti:"Ancelotti si ritrova con un bel tavolo apparecchiato. Ha un gruppo che è cresciuto in esperienza e in sofferenza. Non so se riuscirà a migliorare quello che ha fatto lo scorso anno ma se può farlo è perché De Laurentiis ha preso Carlo".

È sempre la Juventus quella più avanti a tutti? "Sempre. Ma questo divario non deve spaventare a patto che questo spazio venga riempito con le idee, con l'entusiasmo, con la voglia di stupire. È un'opportunità, insomma. Peccato che Maurizio non ci sia riuscito".

Ora può provarci Ancelotti?"A me piacciono quelli che vogliono dominare, che fanno il loro gioco indipendentemente dal risultato. In Europa questa filosofia è quella vincente. Carlo ha vinto tutto e ha entusiasmo, conoscenze, ed è arrivato nel momento giusto al Napoli perché può dare molto a questo gruppo con il suo stile e le sue idee".

Con Ancelotti ha un rapporto speciale?"Lo conosco da trent'anni. Non volevano che lo prendessi dalla Roma, mi dissero che aveva un ginocchio che funzionava soltanto all'80 per cento. Berlusconi mi fa: Arrigo, come faccio a prendertelo?. Ma io volevo la sua testa, oltre che le sue gambe: e spiegai che mi sarei preoccupato se era la testa che gli funzionava all'80 per cento...".

Il tecnico del Napoli dice che quell'1 maggio del 1988 iniziò a capire che il San Paolo sarebbe potuto divenire il suo stadio. Lei che ricorda?"Tutto. E quegli applausi non erano una cosa che capitava tutti i giorni. E che anzi non è capitata quasi mai dopo. Ma i napoletani hanno sempre apprezzato la bellezza, anche quella degli altri. E non è un caso che hanno amato la squadra di Sarri".

I duelli tra azzurri e rossoneri negli anni 80 erano i duelli tra Gullit e Maradona?"Diego era il peggiore avversario al mondo, una spada di Damocle. L'unico che in una squadra che produceva poco era in grado di vincere da solo e con le altre stelle. Nel primo Milan-Napoli a San Siro per mezz'ora non li facemmo entrare nella nostra metà campo, bastarono 10 secondi e confezionarono il vantaggio. Mi voltai desolato verso Ramaccioni e dissi: Così non vale...".

Stasera è un bel test per tutte e due le squadre?"Sì. Gattuso ha fatto bene, è una persona corretta, leale, geniale. Ha passione, ha dato identità di appartenenza, ha ricordato al gruppo che il Milan è con il Real la squadra che ha vinto più coppe dei Campioni. Sono cose importanti. Ora c'è anche Higuain e a Napoli sanno bene cosa è in grado di fare. Ho detto che può inserirsi nella lotta per lo scudetto e credo che sia così. Ha fatto crescere i suoi giovani del vivaio, da Donnarumma a Cutrone e Calabria. Stasera sono curioso di vedere la prestazione".

Ma si aspettava il sì di Ancelotti a De Laurentiis?"È una grande sfida che gli rende onore. Perché dietro una grande sfida c'è anche il senso di un grande rischio che poi è alla base di ogni avventura. Non so se il Napoli ripeterà il risultato dell'anno passato, ma una cosa è certa: De Laurentiis ha preso il migliore. Carletto è un maestro, un savio nel senso latino del termine".

Sacchi, perché il grande gioco dello scorso anno non ha portato alla vittoria?"Perché i ragazzi di Maurizio non avevano esperienza di vittorie e sono crollati psicologicamente. Dopo la sconfitta di Firenze, nelle ultime giornate potevano fare anche 10 gol a partita, perché era come se si fossero tolti di dosso un peso".

Ancelotti può far crescere questo gruppo?"Ora quel gruppo ha un anno in più. Non è poco. È l'uomo giusto, sì. Poi Carlo lo ha fatto da ogni parte. Forse solo al Bayern non gli è riuscito: ma lì non c'entra l'eredità di Guardiola ma il fatto che ha trovato dei complicati equilibri all'interno dello spogliatoio".

Sarà un Napoli diverso, inevitabilmente?"Certo. Uno vedeva il Napoli e dopo pochi minuti capiva che era il Napoli di Sarri. Così come quando vedi il City di Guardiola. Vedi altre partite, dove le squadre pensano a difendere con atteggiamento pessimista e se non leggi i nomi, non sai chi sta in panchina. Ancelotti è uno che ha sempre dato il suo stile e la sua personalità alle squadre che ha guidato. Sempre".

Ma può esserci un rischio a venire dopo Sarri?"Quando si arriva in un club dove c'è una squadra che ha andata ben oltre se stessa, i propri investimenti, la propria storia, un rischio c'è. Ma De Laurentiis ha dimostrato che quando prende un allenatore non sbaglia mai. E pure questa volta ha fatto una scelta giusta".

Ha sempre stimato il presidente. E non poco."Certo, perché è facile vincere facendo debiti, le società che non hanno i conti in regola dovrebbero scomparire. Il difficile è come fa il presidente del Napoli: fare bene, benissimo e teneri i bilanci in regola. In Italia non funziona così e allora assistiamo al caos che ora c'è in serie B... E fingiamo di stupirci. Una grande ipocrisia".