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Russo: “Superlega? Un progetto degli anni novanta per iniziativa dei club che oggi la vorrebbero”

Russo: “Superlega? Un progetto degli anni novanta per iniziativa dei club che oggi la vorrebbero”

Russo: "Superlega? Un progetto degli anni novanta per iniziativa dei club che oggi la vorrebbero"

Redazione

In diretta a “ Un Calcio Alla Radio”, trasmissione condotta da Umberto Chiariello su Radio CRC Targato Italia, è intervenuto Pippo Russo, giornalista:

"Si rischia un caso Di Stefano? Io dico che i tempi sono cambiati. Il precedente storico è legato ad un’altra era del calcio, un’era in cui la FIFA aveva una forza esorbitante negli anni novanta e adesso i rapporti si sono nettamente rovesciati. C’è un elite del calcio, costituita da club europei menzionati, più altri che dovrebbero far parte di questa lega Europea che fa già sistema a sé. Hanno una forza economica finanziaria e comunicativa che fa già sistema sé e che può benissimo senza alcun danno legale. Non credo che singoli club possano essere costretti a partecipare a campionati nazionali o europei. Io credo che in linea di diritto, avrebbero le possibilità di partecipare questa manifestazione senza correre soverchi rischi.

A me non piace incensarmi e ciò che ho scritto da mesi a questa parte sull’eventualità della Super Lega disegna esattamente la traiettoria che stiamo vedendo rivelata da Football Leaks con in più un retroscena su cui non potevamo essere sicuri e cioè che questo gruppo di club ha esplicitamente trattato con l’UEFA per la possibilità di una Superlega, che in qualche modo coesistesse con l’organizzazione dell’UEFA sotto minaccia di secessione. Questo progetto di Superlega è un progetto di lunghissima gestazione che risale agli anni novanta per iniziativa degli stessi club che oggi la vorrebbero e aveva come attore un soggetto come Media Partner. Questo è rimasto un soggetto molto misterioso, del quale, però, gran parte dei personaggi che ne facevano parte hanno trovato la possibilità di collocarsi nei posti strategici dell’economia e della finanza del calcio. Stiamo parlando di un soggetto con grandissima capacità di adattamento e anche di grandissima penetrazione. È un progetto che prosegue sottotraccia e che ha trovato le condizione per realizzarsi a breve. Avete detto il 2024, ma avete sentito che Agnelli che diceva di avere 6 anni davanti che saranno decisivi, che guarda caso finiscono nel 2024? Mi chiedo perché proprio questi sei anni coincidano con il 2024.

Il Napoli non c’è pur essendo nell’ECA? Intanto direi che l’ECA è come quei soggetti che poi hanno un consiglio di amministrazione con un comitato ristretto e il Napoli non è nel comitato ristretto. Io ho trovato molto interessante il paragone con l’NBA. Propongo due chiose. Non è detto che un modello di NBA produca gli stessi effetti dal punto di vista economico finanziario. Seconda chiosa ci sono modalità diverse tra NBA e calcio europeo. Nel modello europeo i club rappresentano una comunità. Nel modello NBA noi abbiamo il sistema delle franchigie. C’è un altro aspetto legato ai campionati nazionali, diventano più noiosi perché vincono sempre gli stessi. Noi dobbiamo cercare di migliorare questo aspetto. Le federazioni dovrebbero imporre presi e contrappesi. Non dobbiamo aver paura di lasciarli andare a questo punto. Agli inizi degli anni 0 in Francia vinse per 7 anni il Lione, dopodiché tutto è ripartito da zero. Quando c’è una squadra così forte, le altre sono portate a migliorare. Ogni ciclo prima o poi s’inceppa. Non bisogna aver paura di questo aspetto. Tra le altre cose per ora le squadre dominanti, sono un po’ meno dominanti come in Germania. Siamo ancora al gioco breve, ma non abbiamo paura di questi giganti europei, perché ogni tanto i giganti cadono".