Ritorno al passato, anzi al futuro, perché Allan - questo Allan, centrocampista universale, di quantità e qualità - è solo a metà percorso, non ha ancora espresso tutto il suo potenziale, sa di poter avere a propria disposizione ancora tante stagioni, con la maglia del Napoli, per dimostrare il proprio valore, per farsi apprezzare esattamente come oggi, nel ventre del campionato, ai margini del momento clou, rincorrendo la Roma ed intanto scacciando la Lazio, blindando il terzo posto che vorrà dire Champions League anche se (solo) dalla porta secondaria dei play-off.
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Ritorno al passato, anzi al futuro, perché Allan – questo Allan, centrocampista univer
Ritorno al passato, anzi al futuro, perché Allan – questo Allan, centrocampista universale, di quantità e qualità – è solo a metà percorso, non ha ancora espresso tutto il suo potenziale, sa di poter...
A proposito, nel 2014, quando il Napoli di Benitez fu eliminato dall’Athletic Bilbao, il centrocampista brasiliano non era ancora qui, forse albergava nei pensieri della dirigenza (che poi cambiò) ma se ne stava buono buono ad Udine a completare il suo percorso di crescita e di adattamento dal campionato brasiliano a quello italiano.
Tre anni dopo (o quasi) Allan è al centro dell’universo azzurro, unico vero mediano a disposizione di Sarri con caratteristiche nitide che lo hanno reso insostituibile nonostante la folta concorrenza, l’arrivo di Zielinski e la piacevole scoperta di Rog, ma anche l’esigenza di modificare qualcosa per sopperire all’assenza di Higuain. E’ stato spesso sacrificato, Allan, per far spazio alla qualità, al palleggio che sapeva offrire il giovane polacco (altro ex Udinese) ed infine anche all’imprevedibilità e alla grinta del croato che fino a pochi mesi fa era semplice oggetto misterioso.
Poi c’è stato anche dell’altro, certo, come l’infortunio di Verona, stop muscolare che lo ha tenuto ai box per quasi un mese. Ma da quel momento in poi Allan s’è riappropriato del suo destino: titolare contro il Real Madrid al San Paolo nella gara che poteva valere una stagione e da tre gare è protagonista fisso dal primo minuto in campionato.Crotone, Juventus ed anche Lazio per (ri)scavalcare le gerarchie e sistemare alle sue spalle tutti gli altri.
La bella prova contro i biancocelesti all’Olimpico è stato il sigillo sul suo futuro ancora tinto d’azzurro, l’assist al bacio per la prima rete di Insigne la conferma che il brasiliano sarà anche un mediano classico ma, da buon brasiliano, non disdegna l’arte del calcio, anzi non si fa pregare di dialogare coi compagni come un metodista raffinato, supportato da piedi che non saranno fatati ma educati sì, e pure tanto.
All’età di 26 anni Allan sa di essere al posto giusto nel momento giusto, è felice a Napoli ed intende restarci, ha accettato con garbo la concorrenza ed è consapevole del fatto che presto, magari anche sabato, potrebbe tornare ad accomodarsi in panchina facendo spazio a Zielinski oppure a Rog. Funziona così in una grande squadra: c’è posto per tutti a patto che nessuno si senta appagato. Un modo come un altro per tenere alta l’asticella dell’attenzione ed ottenere da tutti il massimo, come se il futuro dipendesse solo da sé stessi. In ogni istante.
Fonte: Fabio Tarantino - Il Roma
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