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Papà Carmine non indossa il vestito scuro delle grandi occasioni ed evita persino la cravatta

Papà Carmine non indossa il vestito scuro delle grandi occasioni ed evita persino la cravatta

Papà Carmine non indossa il vestito scuro delle grandi occasioni ed evita persino la cravatta. Per carità. Resta quello di sempre, quello che da quando il piccolo Lorenzo ha iniziato a giocare a calcio, nell’Olimpia Sant’Arpino,...

Redazione

Papà Carmine non indossa il vestito scuro delle grandi occasioni ed evita persino la cravatta. Per carità. Resta quello di sempre, quello che da quando il piccolo Lorenzo ha iniziato a giocare a calcio, nell’Olimpia Sant’Arpino, molla tutto per accompagnarlo all’allenamento.

«E continuerò a farlo ancora, tutti i giorni», dice ai margini della solenne firma al milionario contratto del suo primogenito. Indossa un jeans, una maglietta e un giubbotto. E sorride garbato, con al fianco la moglie Patrizia e Antonio Ottaiano, uno dei tre procuratori.

Lei ha seguito tutti i passi della trattativa?

«Sì, sono stato vicino ai tre agenti di Lorenzo. Non abbiamo mai pensato di lasciare Napoli: questa maglia è la seconda pelle di Lorenzo, siamo felici per questa firma».

Eppure, le tentazioni sono state tante?

«Acqua passata, noi volevamo rinnovare con il Napoli, il presidente non ha mai dato segnali diversi. Alla fine siamo tutti contenti».

Lei, prima di Lorenzo, è un grande tifoso degli azzurri?

«Avrei potuto portarlo via mia figlio nel 2008, quando anche Trotta lasciò il vivaio per andare in Inghilterra. Anche noi avemmo la stessa offerta, era importante. Ma i soldi non sono mai stato tutto nella nostra vita e per la nostra famiglia: ho sempre amato il Napoli e ho sempre sognato il Napoli per mio figlio. Dissi di no allora e non me ne sono mai pentito».

I compagni di Lorenzo la prendono in giro perché lei è sempre lì, fuori i cancelli ad attendere suo figlio?

«È vero, scherzano con me. Si fermano a salutarmi, sono uno di loro. Non mi pesa aspettare Lorenzo che finisca di fare la doccia per portarlo a casa, l’ho sempre fatto. E continuerò a farlo ancora adesso».

Peserà per suo figlio essere diventato la bandiera napoletana del Napoli?

«No. Lui è uno che non ha mai avuto paura delle responsabilità, non si è mai tirato indietro, che ha affrontato i momenti di difficoltà a testa alta».

Anche Ventura, il ct dell’Italia, ha detto di puntare su di lui.

«Anche questa è una bella cosa perché Lorenzo ci tiene a far bene anche con la maglia della Nazionale e sogna di giocare il prossimo Mondiale da protagonista e da simbolo di questo Napoli». REDAZIONE - Antonio De Crecchio.