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CDS: Un San Paolo da standard europei

CDS: Un San Paolo da standard europei

Lavori in corso capienza ridotta e maxischermi

Redazione

Metti una mattina assieme, al san Paolo, Aurelio De Laurentiis, Andrea Chiavelli, Alessandro Formisano, il Commisario straordinario per le Universiadi Basile e gli esponenti della Regione: e metteteli lì a colloquiare, una volta (e per sempre) fuori quella nuvola d’ira che li ha avvolti tutti assieme e persino appassionatamente in quest'estate dei veleni che pare alle spalle. Metteteci i progetti, le scadenze, le premesse e poi anche le promesse; e mescolate tutto assieme, come se fosse malta. Viene fuori una idea, pare quasi una forma, d’uno stadio che debba e finalmente somigliare ad un San Paolo rimodernato, certo sempre con la sua età, però tonico e abbagliante: hanno finito i lavori della pista di atletica, sulla quale verrà steso il manto definitivo a campionato concluso; hanno avviato la «riqualificazione dei settori igienici»; e sta per partire il bando per la rimozione e la sistemazione dei sediolini.

Accadrà una cosa strana: si restringerà il san Paolo, che passerà dai 60.024 posti attuali a 58mila circa, qualcuno in più, qualcuno in meno, perché le nuove normative spingono ad avere seggiole diverse, più capienti, e interspazi più ampi. E bisognerà farsene una ragione. Ma intanto il clima è cambiato e Attilio Auricchio, l’ombra del sindaco De Magistris, in questo caso anche il diplomatico che sta provvedendo a riavvicinare il Palazzo al Napoli e viceversa, può persino avanzare una speranza. «Che questo san Paolo sia semplicemente in linea con gli stadi europei».

Ci saranno, ci dovrebbero essere, i maxischermi, per i quali è sceso in campo De Laurentiis, e gli interventi verrano scadenzati secondo le esigenze che prospetterà il destino, quello del campionato e quello della Champions: un calendario dei lavori che s’incrocerà con quello del Napoli. Vuoi vedere che l’erba del san Paolo, all’improvviso, diventi un po’ più verde...?

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