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Padovan sentenzia: “Il Napoli non ha vinto ieri ma l’ha persa il Milan, rossoneri colpiti da un blocco mentale”

Padovan sentenzia: “Il Napoli non ha vinto ieri ma l’ha persa il Milan, rossoneri colpiti da un blocco mentale”

Giancarlo Padovan, noto giornalista, su Calciomercato.com ha analizzato Napoli-Milan attraverso un editoriale.

Redazione

Il giornalista Giancarlo Padovan attraverso un suo editoriale per "Calciomercato.com" ha analizzato da cima a fondo la bellissima partita di ieri sera al San Paolo:

"Più che vincerla il Napoli, l’ha persa il Milan. Avanti di due gol a mezz’ora dalla fine, i rossoneri si sono fatti rimontare dalle segnature di Zielinski (due) e da quella del subentrato Mertens. Non c’è stato un crollo fisico, ma un blocco mentale. Gli errori palla al piede in uscita che già avevano caratterizzato il primo tempo di molti milanisti, in special modo difensori, si sono ripetuti nella seconda parte della ripresa.

Musacchio, per esempio, ha sbagliato facendosi recuperare palla e propiziando, certo involontariamente, il primo gol di Zielinski. Le riserve su Musacchio le avevo manifestate alla vigilia della partita e, purtroppo per i milanisti, non mi ero sbagliato. Male anche Biglia che, nonostante sia entrato da co-autore nel secondo gol del Milan, quello di Calabria, è stato sostituito da Bakayoko al 58’. Purtroppo per Gattuso il neo entrato si è dimostrato peggiore del giocatore uscito. Infatti Bakayoko ha prima trascurato Zielinski quando il polacco, dal limite dell’area, ha messo incredibilmente a lato. Poi ha respinto male di testa su angolo favorendo il pareggio dello stesso Zielinski.

È stata una partita bella, ma giocata a metà da entrambe le contendenti. Il Napoli l’ha vinta grazie a Mertens. Il Milan l’ha persa perché quando sono venuti meno Bonaventura e Borini ha smarrito slancio e determinazione. Non sono d’accordo con quelli che predicono una grande stagione di Higuain. Sotto porta, quando ci arriva, non è più lui. Ha vinto qualche contrasto, si è preoccupato molto di aprire il gioco, ma ha perso peso specifico in attacco.

Gattuso ha di che rammaricarsi: il suo Milan, in vantaggio dopo appena 15 minuti con uno splendido gol di Bonaventura (assist di Borini, cross di Suso), aveva trovato il modo di raddoppiare ad inizio di ripresa (rete di Calabria su servizio di Suso). Da quel momento sarebbe servita la gestione del pallone ma i piedi di troppi milanisti sono ruvidi o ancora arrugginiti. Costruire da dietro va bene. Non buttare la palla ancor meglio. Tuttavia perderla sulla trequarti o, peggio, a ridosso dell’area può diventare letale.

Con il rientro di Calhanoglu ci sarà un uomo in più in grado di palleggiare. Però non vedo nessuno in grado di avvicendare un Biglia molto lento o l’arruffone Kessie. Al Napoli è andata bene, ma non può sempre partire ad handicap. A Roma, contro la Lazio aveva giocato meglio e, per un ora anche convinto. Questa volta la reazione è stata più nevratile, meno strutturata. Zielinski si è inventato due gol, sul terzo ha fatto quasi tutto Allan, ancora una volta uno dei migliori. Male Hamsik e Milik che ha tirato una sola volta in porta. Meno brillante del solito anche Callejon, mentre Insigne ha sfiorato il quarto gol nel finale dopo uno scambio con Mertens. Non si può dire che i cambi di Ancelotti non abbiano inciso. Mertens per Hamsik, per esempio ed il passaggio al 4-2-3-1 sono stati decisivi. La domanda è se davvero questo Napoli sia competitivo per lo scudetto. Di certo lo è più del Milan che al massimo può competere per il quarto posto.

Ancelotti deve migliorare sia la difesa (3 gol in due partite sono troppi) sia la fase difensiva. È probabile che la posizione di Hamsik non sia funzionale e che, in quel ruolo, il più adatto possa essere Diawara. Se all’Olimpico aveva vinto il Napoli di Sarri, contro il Milan ha vinto una squadra ancora senza marchio. Ancelotti sta lavorando ma la fase di trasformazione è lunga (è questo l’aveva detto anche De Laurentis) e rischiosa. Per tutto questo vedo il Napoli ancora dietro la Juve. Ma se passerà indenne la prima parte dell stagione allora potrà dire qualcosa di significativo. Scudetto? Ne parliamo dopo gennaio quando, secondo me, De Laurentis dovrà aggiungere qualche giocatore ad una rosa troppo esigua per correre su tre fronti".