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Napoli – Salisburgo, resta quel che resta: un’Europa League di conferme e spettacolo

Napoli – Salisburgo, resta quel che resta: un’Europa League di conferme e spettacolo

Napoli-Salisburgo ha visto il trionfo degli azzurri al San Paolo nella gara d'andata degli ottavi di finale

Redazione

Si bea il Salisburgo di sé stesso, nei minuti iniziali della gara d'andata degli ottavi di Europa League, al San Paolo, contro il Napoli. Gli uomini di Marco Rose formano un esercito che sembra operaio e compatto, ma la trama Ancelotti l'ha individuata bene: sa cosa fare e su cosa puntare.

Il Napoli scompone gli austriaci, mettendoli davanti alla realtà: per quanta organizzazione abbiano e per quanto talento possano esprimere, la diversità di valori è troppo evidente. E in una serata in cui il Siviglia si fa imporre il pareggio casalingo dallo Slavia Praga (2-2) e l'Arsenal crolla ospite del Rennes (3-1), il risultato più tondo lo confeziona proprio il Napoli insieme al Chelsea, che trionfa con lo stesso passivo (3-0) contro la Dinamo Kiev a Stamford Bridge.

Ancelotti da un lato, Sarri dall'altro e c'è già chi sogna due sfumature di azzurro a fare pendant con il cielo di Baku.

I SINGOLI - Dieci minuti bastano ad Arek Milik per rispondere a un'altra insistente e provocatoria richiesta: tornare al gol in Europa dopo due anni dall'ultima volta, contro lo Shakhtar Donetsk. Il centravanti polacco accoglie l'ennesimo guanto di sfida e apre le marcature, siglando così nel contempo anche la trentesima rete con la maglia del Napoli, in tutte le competizioni.

Nella sua stessa serata di 'redenzione' in campo internazionale, fa capolino Fabian, che in Europa mai aveva scritto il proprio nome sul tabellino. C'è sempre una prima volta, e sicuramente non la scorderà mai.

Se la gode il San Paolo: due gol che lasciano spazio agli aggettivi più estasianti, ma a dirigere l'orchestra è sempre lui, José Callejon.

Spesso in sordina, meno appariscente ma sempre il primo della classe. Il suo assist al connazionale è un bacio a labbra dischiuse tra gli ostacoli che il Salisburgo cerca di opporre.

D'altronde Carlo Ancelotti, che già conosce i suoi alla perfezione, dell'esterno di Motril aveva detto in tempi non sospetti: "Quello che può saltar fuori meglio come allenatore è Callejon: vede le cose chiaramente, ha conoscenza, parla al momento giusto. Per un allenatore non è importante parlare tanto ma al momento giusto. Per le conoscenze che ha, è difficile sostituirlo". E infatti non solo non l'ha sostituito, ma gli ha anche concesso lo sfoggio della fascia da capitano.

Insigne fuori, e non per il rigore sbagliato contro la Juventus.

Bastone e carota è la fede calcistica del tecnico azzurro, e la cura a una cicatrice è ricamarci sopra l'orgoglio. Infatti è stato Alex Meret a difendere i pali del Napoli contro gli austriaci e non si è trattato di un mero dosaggio di forze (Ospina o Karnezis domenica dovranno sostituire l'ex SPAL squalificato, ndr). Meret lo avrà inteso e si è ben distinto per tutti i 90'. Anzi, al 91' si supera su Gulbrandsen, che cerca di metterla invano nell'angolino basso.

NOTE NEGATIVE - Il 3 a 0 (l'ultima rete è un autogol di Onguéné, ndr) permette al Napoli di riposare serenamente in vista del ritorno, giovedì prossimo, a Salisburgo ma mai è stato, probabilmente, così importante restare con la porta immacolata in casa propria. Alla Red Bull Arena, infatti, mancherà oltre la metà della difesa consueta: Koulibaly e Maksimovic ammoniti e già diffidati non potranno prendere parte alla sfida. Albiol è ancora fermo ai box. Avanzano Malcuit e Ghoulam per le fasce e da centrali Chiriches e Luperto, a meno che Ancelotti escogiti un posizionamento differente. Nulla è da escludere, ma se c'è qualcosa che il Salisburgo ha chiarito al Napoli al San Paolo è che, difensivamente, la squadra di Rose è perforabile e con qualche problema di coordinamento, ma offensivamente non teme le avanzate.

Un'altra verità è che non avere insistito per portare Stefan Lainer in azzurro non è stata poi un'idea così cattiva. L'austriaco ha inciso poco e i palloni da lui toccati non sono mai stati indirizzati precisamente. La lettura dei passaggi è da rivedere e anche il tono della prestazione, in un contesto così importante.

In tutte le ultime 5 occasioni in cui il Napoli ha vinto la gara d’andata nella fase a eliminazione diretta in competizioni europee ha sempre passato il turno. "Certe volte vogliamo essere troppo esuberanti", ha dichiarato Ancelotti e probabilmente ha ragione.

Impegno e costanza, calcoli da rimandare. In Europa nessuno fa sconti: Real Madrid e Paris Saint-Germain possono insegnare.

di Sabrina Uccello

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