Cari lettori di CalcioNapoli1926.it benvenuti nuovamente nella rubrica “THE WINNER IS”, quella che ha la scopo di decretare il “vincitore” della partita in base ad una serie di parametri molto variegati quali l’intelligenza, la bravura, il carattere, la tecnica, l’etica ma ci sarà anche spazio, lì quando ci sarà poco da gioire per la satira e l'ironia.
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Roma-Napoli, Milik si inventa un gol: controllo da illusionista
Ecco la rubrica del "vincitore" del match: Arkadiusz Milik, il bomber azzurro
Il Napoli riesce a conquistare la Capitale, così come dichiara orgogliosamente la società sul proprio sito ufficiale.
Gli uomini di Carlo Ancelotti se ne ritornano a casa con un fragoroso 4-1 che riempie i polmoni di fierezza e fiducia. Tante le conferme giunte al tecnico: Simone Verdi pare che si sia finalmente svegliato mentre Younes entra e fa gol, che si pretende di più?
Uno su tutti però continua a macinare certezze su certezze, le nubi che giravano intorno alla sua testa sembrano ormai completamente sparite: si tratta di ARKADIUSZ MILIK.
I numeri sono sicuramente dalla sua in quanto in questa stagione ha già trovato ben 19 reti di cui 16 in Campionato, 2 in Europa League e una in Coppa Italia. Dunque il polacco segna in media ogni 122 minuti, ma se si considera soltanto in Serie A i minuti scendono ancora di più perché gli bastano 105 giri di lancetta corta per siglare un gol. Dopo 105 minuti la sentenza di Arkadiusz Milik arriverà e non ci sarà portiere che possa tenere o difesa inespugnabile per un killer da area di rigore come lui.
Inoltre quest'ultimo gol contro la Roma è il suo più veloce in Serie A, infatti gli serve soltanto 1 minuto e 37 secondi per fare la magia. Prima di questo non aveva mai trovato una rete prima dei 15' minuti dal calcio d'inizio. Ed è anche il più veloce dell'anno, considerando che quello di Fabian Ruiz contro l'Atalanta (1:16) è del 2018.
La qualità del gol è impressionante, il polacco con estrema nonchalance, come fosse una cosa di poco conto raccoglie lo "scavetto" di Simone Verdi. Addomestica quel pallone come fosse un vero passaggio che lo mette di fronte alla porta ma in realtà è quasi impossibile poter ricavare da quel tocco un'azione da gol eppure Arek non è della stessa idea. Con un tocco quasi di tacco sinistro se la sistema, si gira su sé stesso e trafigge Olsen. Arek si è letteralmente inventato un gol.
Ed è con la continuità dei numeri, con le giocate, con gli assist (3), con il lavoro di squadra che il polacco ha ormai spazzato via le critiche fattegli a inizio anno. Il troppo scetticismo ha lasciato spazio all'estremo opposto ossia le tantissime aspettative che gravitano sulle sue spalle.
Ma Milik non si sente oppresso dalle responsabilità perché sa di essere un centravanti vero e in quanto tale il suo compito è proprio di segnare a valanga. Questa è un'altra manifestazione grande manifestazione perché dietro grandi piedi c'è una grande testa.
E così Arek continua a ingranare, continua a segnare, continua a stupire.
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