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NAPOLI – "Napoli e l'Italia mi hanno dato tutto quello di cui ho bisogno". Marek Hamsi

NAPOLI – "Napoli e l'Italia mi hanno dato tutto quello di cui ho bisogno". Marek Hamsi

NAPOLI – "Napoli e l'Italia mi hanno dato tutto quello di cui ho bisogno". Marek Hamsik giura eterno amore al Napoli. Il capitano degli azzurri, in una lunga lettera scritta sul sito "The Players' Tribune", parla...

Redazione

NAPOLI - "Napoli e l'Italia mi hanno dato tutto quello di cui ho bisogno". Marek Hamsik giura eterno amore al Napoli. Il capitano degli azzurri, in una lunga lettera scritta sul sito "The Players' Tribune", parla del suo rapporto con la città che lo ha adottato negli ultimi dieci anni. "Il calcio è importante per me e aver giocato per il Napoli per dieci anni è stato l'onore più grande della mia vita: va oltre il calcio. A Napoli mi sento parte di una comunità, di una famiglia che ha un posto speciale nel mio cuore. Nella vita ho bisogno non solo di uno stipendio e di trofei, ho anche bisogno di sentire profondamente nella mia anima. Napoli mi ha dato questo ed io le sarò grato in eterno".

QUI IL CALCIO E' UNA RELIGIONE - Il centrocampista slovacco descrive la passione vissuta da una città che da sempre impazzisce per il calcio. "A Napoli, non abbiamo un solo allenatore. Ne abbiamo tre milioni. Ogni uomo, donna e bambino sa cos'è meglio per il Napoli. Quel sentimento, quella passione, è nel loro sangue. A Napoli, il calcio è come una religione e lo Stadio San Paolo è la sua chiesa. Io ci sono abituato. Il calcio è la mia vita da ventinove anni. Perciò, quelle sensazioni che scorrono nelle vene dei napoletani, beh, scorrono anche nel mio sangue. Già dalle prime ore avevo capito che lo Stadio San Paolo era diverso da qualsiasi altro posto del mio passato e futuro. Era evidente che Napoli era una città speciale e il Napoli una organizzazione speciale".

L'affetto dei tifosi lo ha lasciato di stucco e ora Hamsik non riesce a immaginarsi lontano da Napoli. "Quando abbiamo vinto la Coppa Italia nel 2012, ho capito che cosa era veramente Napoli. La città non aveva vinto un trofeo da venticinque anni e dopo la nostra vittoria a Roma ho visto una nuova Napoli, sembrava impazzita. Quando vinci a Napoli, è la vittoria più bella del mondo perché non sono solo i giocatori a vincere, ma è la sua gente. E' questo che la rende speciale. Non avremo lo stadio più grande d'Europa - o dell'Italia, ma i nostri sostenitori lo fanno sembrare enorme. Per me l'eco dell'inno della Champions League allo Stadio San Paolo è la melodia della perfezione".