Paolo De Matteis, team manager del Napoli, si racconta
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Napoli, De Matteis: "Io team manager e scrittore. Ancelotti come Garibaldi, Sarri Enrico IV"
Il team manager del Napoli De Matteis ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport. Ecco le principali dichiarazioni
Lo scrittore di romanzi e team manager del Napoli Paolo De Matteis si racconta in una lunga intervista concessa ai microfoni di Tuttosport. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli1926.it:
"Quindi il grande salto al Napoli: subito in Champions, con Benitez. Era il 2013-2014. Mazzarri aveva lasciato il Napoli e il suo storico team manager, Santoro, l’aveva seguito all’Inter. Il ds era Bigon. Ci conoscevamo bene. Ne parlammo. E adesso sono ancora qui, felice e contento. Da team manager, grazie al Napoli, ho toccato quei sogni che inseguivo da calciatore. Il massimo: la Champions. La città è straordinaria, nel bene e nel male è unica".
De Matteis scrittore
"Io scrivo tanto anche durante le lunghe pause dei ritiri prepartita, quando sono in giro col Napoli, non solo a casa. E trovo simpatia, attorno a me, quando mi capita di parlare con qualche giocatore o con qualche dirigente dei miei libri. O con gli allenatori. Ora ho appena concluso il terzo romanzo e sto cominciando a ragionare su chi potrebbe pubblicarlo. Parla di calcio. Si svolge nel mondo del calcio e un po’ lo dissacra. Ma fa il verso anche alla società civile. Dagli anni di piombo ai giorni nostri. E’ da un po’ di anni che ci lavoro. Il titolo me lo suggerì Benitez: “E’ una bugia”. Era un piacere parlare con lui: si discorreva di tutto». Anche De Laurentiis è sempre cortese: s’informa, mi chiede a che punto sia arrivato nel nuovo libro".
Da Benitez ad Ancelotti, passando per Sarri
De Matteis poi aggiunge: "Io a Napoli ho avuto la fortuna di avere sempre allenatori di statura. Subito, un grande tecnico come Benitez, che mi ricorda Cervantes, l’autore del Don Chisciotte. Benitez è un uomo ironico, intelligente. Anche Ancelotti è un monumento vivente: come tecnico, ovviamente, ma anche come persona. E’ di un livello assolutamente superiore. Mi fa venire in mente l’eroe dei due mondi, Garibaldi: è andato dappertutto e ha vinto dappertutto. Anche lui ha pubblicato, ha scritto tre sue biografie. E’ un uomo molto intelligente, aperto, con un afflato internazionale, ha una visione a 360 gradi su tutto. E’ molto semplice e umile nella sua grandezza.
Sarri? Mi ricorda l’Enrico IV di Francia. Quello di “Parigi val bene una messa”. Che comunque fu un personaggio storico importante. Inseguì per tutta la vita un ideale, finché poi ce la fece a diventare sovrano. Dovette abiurare, però. Cambiare religione".
Redazione
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