NAPOLI INTER IL GIORNO DOPO - La gara del dopo. Per gli azzurri l'appuntamento alla Scala di Milano contro l'Inter, è diventata, in breve tempo, la partita chiave. Perché la compagine di Spalletti arriva dopo la sconfitta casalinga con la Roma, una sconfitta che ha rappresentato per il Napoli e per i napoletani, una doccia fredda che ha raggelato gli animi e gli entusiasmi.
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Napoli Inter pareggio amaro. Lo scudetto si allontana ma sono troppi i motivi per non arrendersi
Napoli Inter termina con pareggio a reti bianche. La squadra di Sarri vede il sogno scudetto allontanarsi, ma non tutto è perduto. Il giorno dopo
Ma se le speranze di festeggiare si erano affievolite al triplice fischio del San Paolo, il pareggio a reti bianche del Meazza ha riportato tutti alla realtà.
COMMOZIONE - Il posticipo tra Napoli e Inter comincia come da copione. In maniera identica alle altre partite: tutti i calciatori in campo abbracciati e uniti, nel ricordo di Davide Astori, il capitano della Fiorentina tragicamente scomparso nei giorni scorsi durante il ritiro in vista di Udinese Fiorentina. Immagini belle per quanto cariche di tristezza, la commozione stampata sul volto di Insigne e Borja Valero ma anche di Sarri e di Orsato. E gli applausi, continui.
Poi, solo il campo, solo il match. Una gara che sin da subito mette le cose in chiaro: sarà la tattica a prevalere. Azioni studiate e mirate da entrambe le parti, geometrie e sviluppo dell'azione come da copione. Un copione più azzurro che nerazzurro. Ma l'Inter argina bene e può permettersi di limitarsi ad osservare il Napoli che si prodiga ma non sfonda.
16 METRI - Se il primo tempo può essere servito ad entrambe le compagini per scaldare i motori, senza nessun pericolo reale per nessuno dei due portieri, il secondo tempo alza il livello della gara regalando uno spettacolo che tutto faceva presagire, fuorché il risultato poi concretizzato. Il Napoli si risveglia dal torpore della partita contro la Roma e comincia a frequentare assiduamente l'area di rigore di Handanovic. Tuttavia, la frequentazione si limita a virtuosismi e leziosismi, a messe in scena fini a se stesse che, però, non si concludono mai in porta mancando proprio il colpo nei sedici metri. L'Inter gestisce e amministra senza particolare fatica, e, paradossalmente, si crea la vera unica azione pericolosa con un colpo di testa di Skriniar che colpisce il palo della porta difesa da Reina. Sarà poi lo stesso difensore a mettersi in mostra per ottime giocate volte ad arginare le sortite offensive dei partenopei.
GAME OVER? - Chiaramente il pareggio risulta più che amaro per il Napoli che perde la vetta della classifica a favore di una Juventus che si trova a più 1, ma che, mercoledì, potrebbe addirittura portarsi sul più 4 dopo la gara che recupererà contro l'Atalanta, annullata per via delle condizioni climatiche avverse due turni fa. Un cambiamento sicuramente non facile da gestire, per una squadra che ha primeggiato per tutto il campionato. Ma è davvero così catastrofica la situazione? Se pensiamo a quello che il Napoli riesce ad esprimere non si può e non si deve abbandonare la speranza. La Juventus è una squadra forte, fortissima, ma dovrà fare un finale di stagione a livelli disumani per fare bottino pieno (è ancora in corsa per la Champions League e la Coppa Italia). E allora fino a quando i numeri non condanneranno Sarri e i suoi, questa squadra ha l'obbligo morale di crederci, di lottare, o, per dirla più diretta come ha fatto Sarri in conferenza stampa dopo il match, di rompere le scatole alla Juve fino alla fine. Perché le grandi squadre così come i grandi uomini, gli eroi, si vedono nel momento di difficoltà. Perché sanno reagire e rialzarsi.
Abbandonare adesso i sogni perseguiti, sarebbe un sacrilegio che una squadra che gioca così bene non può permettersi di commettere.
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