«Il vecchio mondo muore, il nuovo non riesce a nascere e in questo intervallo di tempo vengono fuori fenomeni morbosi». Biagio de Giovanni, filosofo ed ex Rettore dell'Orientale, cita Antonio Gramsci, tra i fondatori del Partito Comunista, per fotografare il brutto gesto di un tifoso del Napoli che rilancia indietro dagli spalti dello stadio Stirpe di Frosinone la maglia di un calciatore come Josè Callejon, impeccabile nella condotta. Un episodio che turba i delicati ambienti dei tifosi e degli ultrà napoletani nati per essere comunità e aggregazioni allineate ma che talvolta non producono questo tipo di segnali.
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Napoli, de Giovanni: «Troppi tifosi maleducati. E’ colpa anche dei media»
«Il vecchio mondo muore, il nuovo non riesce a nascere e in questo intervallo di tempo vengono fuori fenomeni morbosi». Biagio de Giovanni, filosofo ed ex Rettore dell’Orientale, cita Antonio Gramsci, tra i fondatori del Partito Comunista,...
Professore, il gesto di uno solo può macchiare la condotta di un'intera tifoseria?
«Assolutamente no. È solo uno sconsiderato che ha desiderato nel modo più incivile manifestare il proprio disappunto nonostante il buon risultato colto dal Napoli in campionato perché mica era assicurato o ce l'aveva detto il medico che gli azzurri arrivassero secondi e pronti a sostenere un' altra Champions League?».
Non è che Napoli è una città troppo legata o troppo fanatica verso la propria squadra?
«Certamente. E questo della maglia rilanciata indietro è il segnale più chiaro, più evidente. E' come rifiutare un regalo. Certo lo si può anche rifiutare ma dipende da chi. Callejon è sempre stato un giocatore serio e corretto che la lavorato sodo. E' uno dei pochi atleti senza tatuaggi e questo dà la dimensione di un ragazzo sano. Non meritava questo gesto di disappunto».
Come giudica il campionato del Napoli? Gli dia un voto.
«Non gli dò certo 30 ma un 27 senz'altro. Peccato aver perso nel momento cruciale Hamsik e Albiol. Lo slovacco è un falso lento. Anzi con la sua cadenza dettava i ritmi e organizzava il gioco. Albiol non ha la fisicità di Koulibaly, il vero genio della squadra, ma ha la personalità e l'esperienza per dare sicurezze a un reparto fondamentale come la difesa».
Ancelotti ha vinto tanto in Europa e con club strutturati. Può ripetersi a Napoli?
«Qui sono tutti orfani di Sarri. Io ho amato la grande bellezza del gioco dell'allenatore tosco-napoletano. Ancelotti è una persona seria ed è un allenatore preparato. Gli striscioni contro di lui sono immeritati. Non è facile vincere in un campionato italiano che è diventato anomalo. Le pare possibile che in un torneo normale c'è una sola squadra che vince otto scudetti di fila? No, chiaro. Lui è venuto a Napoli per concludere la sua carriera e per farlo nel modo certamente migliore».
I tifosi chiedono chiarezza a De Laurentiis.
«Mi sembra una richiesta legittima. De Laurentiis è un grande imprenditore ma non mi sembra che il club abbia le stesse dimensioni del Bayern Monaco o del Chelsea. E' tutto un sistema che deve funzionare per trasferire quel senso di appartenenza anche ai tifosi che solo i giocatori possono dare. Le strutture e il settore giovanile sono indispensabili. Ci vogliono club più 'umani'. Penso all'Atalanta dove Mino Favini ha cresciuto generazioni di talenti o al Torino di Sergio Vatta. Peccato che Reja non sia venuto a Napoli in veste di supervisore per i ragazzi».
Sarà pur vero che il tifoso del Napoli è cambiato. Oggi è più esigente. Si esagera a dar loro eccessivo spazio?
«In parte si, lo fanno soprattutto i media locali. Oggi bisogna piacere, brillare, trovare il consenso e questo condiziona anche l'opinione degli addetti ai lavori, soprattutto locali, che devono apparire anche più vicini alla linea del tifoso anche per questioni commerciali. La critica venga pure ma deve essere proposta da chi la sa fare e non da persone che non hanno cognizione della cosa. Purtroppo i social media hanno sbalestrato gli equilibri del tifoso che prima poteva essere anche incompetente nella sua critica ma in modo educato e oggi è invece spesso infelicemente maldestro» - lo riporta Corriere del Mezzogiorno.
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