Prima della sfida stellare Inter-Juve, con il sorpasso dei bianconeri al primo posto deciso dalla prodezza di Higuain e dall'ottima impostazione di Sarri, c'è stato un penoso pomeriggio in cui il Napoli è apparso una squadra senza futuro. La peggiore partita della stagione contro un avversario che ha chiamato in causa l'eccellente Meret soltanto in una circostanza, con il tiro di Ansaldi a fine primo tempo. Dopo la vittoria a Lecce, gli azzurri - sì, proprio quelli che avevano battuto il Liverpool nel primo match di Champions League - sono clamorosamente calati e nelle ultime due partite, a Genk e Torino, sono stati inconsistenti. La squadra si è spenta. Due prestazioni mediocri ed è sorprendente con un allenatore come Ancelotti e dopo un dispendioso mercato, il cui effetto ancora non si è visto e ciò dovrebbe far porre qualche domanda a De Laurentiis, non visto al fianco della squadra nelle ultime occasioni. E l'annunciata candidatura a rivale di Juve e Inter per lo scudetto? Viste ieri al Meazza, le squadre di Sarri e Conte sembrano molto distanti sul piano del gioco, della personalità, della fisicità. Il Napoli, a neanche un terzo della stagione, è in confusione e dal quarto posto lamenta un distacco di 6 punti dai bianconeri, 5 dai nerazzurri e 3 dall'Atalanta. Ha vinto una sola partita dopo Lecce, quella sul Brescia (e soffrendo), e ha segnato solo 2 gol perchè non ha più un filo logico. In campionato, 4 punti in 3 gare, media non da aspirante al titolo. Troppi cambiamenti di uomini e modulo (ieri inizio col 4-3-3 e finale col 4-4-2), oltre a una condizione fisica non convincente, hanno indebolito la squadra: le hanno tolto certezze. Ancelotti, uno degli allenatori più titolati al mondo, non è riuscito a far compiere al suo gruppo che guida da oltre un anno il salto di qualità.
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Napoli, dove sei? Così c’è solo caos e non c’è futuro
Prima della sfida stellare Inter-Juve, con il sorpasso dei bianconeri al primo posto deciso dalla prodezza di Higuain e dall’ottima impostazione di Sarri, c’è stato un penoso pomeriggio in cui il Napoli è apparso una...
Si attendeva il rientro di Insigne ed è stato uno dei peggiori in campo: non si comprende se quella di Ancelotti, dopo la tribuna di Genk che aveva suscitato polemiche, sia stata una mossa diplomatica per far attenuare tensioni. Lozano, schierato al posto di Callejon e quindi al posto giusto, è stato deludente, assolutamente al di sotto della sua fama e dell'investimento operato da De Laurentiis. Poco lucidi i centrocampisti, con Zielinski che è l'ombra del giocatore ammirato nei primi anni azzurri e Fabian che è venuto meno alla distanza. La difesa ha retto bene anche se la coppia centrale Manolas-Luperto era stata creata per l'occasione, dopo la squalifica di Koulibaly e l'infortunio di Maksimovic, e Hysaj - uscito a sorpresa dal mazzo, probabilmente perchè in questo momento il tecnico non è convinto da Ghoulam - è stato costretto ad abbandonare per un problema fisico. Eccellente la prestazione di Di Lorenzo, il più lucido ed efficace, non a caso inserito da Mancini nella lista della Nazionale.
Il Napoli fatica ad uscire dal tunnel in cui è stranamente finito nel migliore momento sotto l'aspetto dei risultati e delle motivazioni: va sollecitato l'esperto Ancelotti a trovare la chiave per far ripartire la squadra. Lui conforta i giocatori, le parole adoperate dopo questa trasferta a Torino non sono state sferzanti come quelle della precedente a fine agosto, dopo la rimonta sfiorata sulla Juve. Ma non è più il tempo delle carezze. Le partite di Genk e Torino certificano le difficoltà di una squadra che ha smarrito la bussola e perfino le armi che sembravano più affilate non pungono: Mertens è rimasto a un gol da Maradona e Llorente, con quel colpo di testa nella ripresa, è apparso più vicino allo spento Milik che all'implacabile attaccante di metà settembre. Dov'è Fernando? Dov'è il Napoli? Il Mattino .
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