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Napoli, con Carletto «re di coppe» si può andare molto avanti

Napoli, con Carletto «re di coppe» si può andare molto avanti

Ci sono notti in cui non si ha paura, emozioni che il Napoli vive al Parco dei Principi tra le stelle del calcio europeo con eleganza, disinvoltura quasi. E ci sono notti dove tutto è possibile. Il Demone ( l’ultima partita giocata...

Redazione

Ci sono notti in cui non si ha paura, emozioni che il Napoli vive al Parco dei Principi tra le stelle del calcio europeo con eleganza, disinvoltura quasi. E ci sono notti dove tutto è possibile. Il Demone ( l'ultima partita giocata qui gli era costata la panchina del Bayern) di Carlo Ancelotti diventa un avversario sì temibile ma non proibitivo.

E allora, fa nulla se il Psg mette subito i brividi con una combinazione Di Maria, Mbappè, Neymar. Lì dietro c'è un Maksi talmente grande da evitare il peggio al secondo minuto di gioco. Fa sempre nulla (o quasi) se Neymar sfugge anche tra le linee e Mertens deve metterlo giù. La notte Champions diventa notte della resistenza, anche. Diventa la notte della vittoria mancata sul filo dei secondi, ma contro la zampata di un campione non puoi farci nulla. È stato un pareggio ma per l'autorevolezza mostrata dal Napoli, quasi diventa un dettaglio. Al San Paolo, tra quindici giorni, sarà partita ancor più vera. Quando si muovono in simbiosi i tre mostri sacri vestiti di blu, il contropiede diventa quasi sempre micidiale. Pazienza, attesa e forza. Il Napoli sapeva sin dall'inizio di dover aspettare il Psg. Sapeva che doveva farlo sapendo resistere. Con intelligenza e anche audacia.

Prima Maksi, poi anche Albiol. I primi dieci minuti sono da bollettino rosso. Ma la forza sta nelle gambe e nella testa di chi sa aspettare. Di chi sa quando è come deve iniziare a giocare. Il Re di Coppe, Carletto l'europeo, non sta qui per caso. E la maturità, finalmente, non è più un concetto astratto per il Napoli. La genialità di Callejon per Insigne, alla mezz'ora, è una pennellata che non può rimanere fine a se stessa. E il piccoletto che alla vigilia veniva anche dato in forse, l'appoggia alle spalle di Aereola con un cucchiaio di altissima scuola. Il primo tempo si avvia al termine con una supremazia del campo da parte del Napoli che, nonostante la precedente bella prova contro il Liverpool, sorprende per compattezza e intelligenza. Guai a credere che il Psg si sia arreso, si ricominci dopo l'intervallo con l'assedio dei padroni di casa.

Ma torna la resistenza e la pazienza. L'attenzione. Il calcio non è mai scienza esatta e l'errore o forse meglio dire l'infortunio che capita sui piedi di Mario Rui non è sempre prevedibile o arginabile. La forza, però, sta nel non abbattersi mai e riprendere la via della porta. Sempre compatti, intelligenti. Mertens non dà mai punti di riferimento e sbuca lì all'improvviso alle spalle dei difensori. Ed è ancora festa. Quella che è continuata anche dopo il colpo da campione di Di Maria. Il Napoli di Ancelotti avrà pure perso il primato ma la notte di Parigi gli ha confermato che si può e si deve andare avanti. Corriere del Mezzogiorno.