Non sappiamo se Carlo Ancelotti abbia letto Zygmunt Bauman, quello che sappiamo è che lo ha recepito, lo applica e trasmette, persino a quelli come Lorenzo Insigne, lontanissimi dalla sociologia e dalla filosofia del pensatore polacco morto a Leeds dove insegnava non a caso, ora lì c'è Marcelo Bielsa ad allenare e insegnare , e che comincia anche a funzionare nel calcio. Il Napoli monolitico delle formazioni sarriane, quello solido che ha creato certezze che oggi e solo oggi, dopo la partita di Torino, cominciano a scricchiolare anche sugli spalti e nelle case dei napoletani, la squadra che assicurava ai tifosi delle convinzioni come solo l'aspirina e il mese di ottobre, non esiste più, e per un paradosso, che a Bauman sarebbe piaciuto, comincia ad esistere il vero Napoli Totale. Dove i calciatori non solo tornano agli assunti sacchiani inverati dal suo Milan e dalla Nazionale ma perdono lo status di intoccabilità: nessuno è al sicuro, nessuno ha certezze, e non avendone è costretto a vivere alla partita, a giocarsi tutto, in una interscambiabilità di ricerca del gol e della bella prestazione, nella speranza di uscire dalla precarietà, dall'abusivismo.
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Il Mattino: Com’è dolce smarrirsi nel Napoli totale di Ancelotti
Non sappiamo se Carlo Ancelotti abbia letto Zygmunt Bauman, quello che sappiamo è che lo ha recepito, lo applica e trasmette, persino a quelli come Lorenzo Insigne, lontanissimi dalla sociologia e dalla filosofia del pensatore polacco morto...
Niente come questo calcio racconta meglio la città che sta intorno al Napoli ancelottiano, niente come la giostra di posizioni e moduli riflette meglio l'anima della città. Per una allegra coincidenza, lo straniero nonchè marziano Carlo Ancelotti è già più decrescenziano dell'ambientato e rimpianto Maurizio Sarri. Nell'alternarsi di ruolo sulla panchina tutti hanno pensato alla perdita delle certezze e non alla bellezza di ritrovarne altre attraverso lo smarrimento, la messa in discussione dei cardini sarriani ha generato isterismi e contestazioni, ma non è forse questo il gioco ineluttabile della vita? Il battere e levare, costruire e distruggere, cercando di divertirsi. In fondo come diceva il vecchio Bauman: 'L'amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame'. O per i più colti potremmo citare Ulrich Beck, e la sua società del rischio, elencando tutti quelli presi da Ancelotti per ogni formazione differente, a cominciare da quella contro la Sampdoria che era il vero grande prezzo da pagare contro un pan-sarrista come Marco Giampaolo con la messa in discussione del mammasantissima Josè Maria Callejon, diventato l'equivalente del Vesuvio nei selfie dei turisti a Napoli. Il Mattino.
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