Il giornalista Marco Marsullo, nel proprio editoriale per il Corriere del Mezzogiorno, racconta le vicende dell'ex difensore del Napoli Massimo Russo, coinvolto in una serie di spiacevoli episodi negli ultimi anni, dopo l'infortunio che ne ha pregiudicato la carriera:
ultimissime calcio napoli
CdM – Massimo Russo, senza quell’infortunio di 16 anni fa staremmo parlando di un altro Ghoulam
Massimo Russo, secondo l'editoriale sul Corriere del Mezzogiorno, senza quell'infortunio di 16 anni fa staremmo parlando di un altro Ghoulam
"Eppure alcuni nomi e cognomi diventano icone, statue che si fissano in un pezzo di storia dell’umanità. Succede agli attori, agli scienziati, ai calciatori. Soprattutto, ai calciatori. Qui in Italia, poi, neanche a dirlo: sono i più amati. I bambini sognano di emularli, di fare le loro carriere, di guadagnare i loro soldi. Massimo Russo poteva essere uno di questi eletti. Giocava terzino, da giovanissimo, in un Napoli modesto, che galleggiava in Serie B, nel 2002. Non certo il Napoli di adesso, che comanda e detta legge in Italia. Ma pur sempre il Napoli. Maglia azzurra, stadio San Paolo, squadra della sua città. Perché Massimo Russo, oggi calciatore trentasettenne che ha militato in squadre di serie minori, è stato fermato l’altro giorno per un accoltellamento insieme allo zio.
Incredibile come un’entrataccia di un avversario che ti sfracelli una gamba, durante un Napoli–Cosenza di Serie B, in un San Paolo mezzo vuoto, possa portarti, sedici anni dopo, in posti dove mai saresti finito. Perché uno sliding doors del genere fa male a chi lo subisce, fa male perché se quella gamba non avesse ceduto, quella sera al San Paolo, magari oggi staremo parlando di un altro Ghoulam. O di un ragazzo campione del mondo in Germania del 2006.
Chissà quanti di loro avranno cercato su manuali di medicina o su internet cosa sia un crociato anteriore, un perone, una rotula. Li avranno guardati con i loro occhi e toccati, sul corpo, con le proprie mani. Mani che si aggrappano al rimpianto del cosa sarebbe potuto essere, senza la sfortuna. Che poi, se esiste o no, come concetto, è un altro mistero. Quella che è certo è che una gomma da cancellare metafisica ha eliminato dai tabellini di Serie A, della Champions League magari, il nome di questo ragazzo. Massimo Russo. Oggi fermato per una coltellata data in una traversa di Corso Umberto. Ieri, uno ieri ipotetico, idolo di milioni di persone che avrebbero comprato la sua maglia su internet, con il numero e il cognome sulle spalle. Quel cognome che oggi trema sulle pagine della cronaca dei quotidiani, sarebbe potuto spostarsi un po’ più in là, su quelle sportive. Magari con una bella foto sorridente, abbracciato a un compagno, per festeggiare il gol più bello della carriera. Una carriera che, però, non c’è mai stata. Come un bel sogno spezzato a metà dall’alba più nuvolosa di sempre".
© RIPRODUZIONE RISERVATA