L'ex dirigente azzurro è intervenuto a Radio Marte commentando il pareggio col Milan e commemorando Diego
Pierpaolo Marino, ex dg del Napoli, di Udinese e di altri club è intervenuto a Radio Marte.
Marino su Napoli-Milan
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“Napoli-Milan: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? L'esercizio da fare, secondo me, è quello di dividere la partita in due parti: bicchiere vuoto nel primo tempo, mezzo pieno o pieno nel secondo. Nei primi 45’ il Milan ha nettamente dominato la scena e poteva fare più di due gol, ma nella ripresa ho visto un Napoli voglioso, grintoso, con l'agonismo e l'intensità giusti per recuperare il risultato. Alla fine, era una gara che si poteva vincere. Garcia sembrava contento a fine gara, si è accontentato? Se fossi il direttore del Napoli partirei dal concetto che questo Napoli è fortissimo, non deve porsi limiti, affrontando le partite senza presunzione ma con la convinzione di poter battere chiunque, anche senza Osimhen. Le dichiarazioni dell'allenatore ridimensionano l'autostima del gruppo e non sono funzionali a ciò che deve fare un Napoli che paga un inizio di stagione imbarazzante, avendo la squadra subito il trauma del cambiamento di allenatore. La squadra è fortissima, dovrebbe stare otto punti più su. Lo svantaggio accumulato in classifica va recuperato con pazienza e soprattutto con la voglia di battere chiunque, altrimenti ti rallegri di un pareggio quando le altre vincono e ti ritrovi con due punti in meno in classifica. Ci vuole un'altra mentalità, non quella di accontentarsi.
Fatte le debite proporzioni, Cagliari-Frosinone è l'emblema che dimostra che non bisogna mai darsi per battuti. Il calcio insegna che puoi anche vincerla, il Cagliari era sotto di tre gol a pochi minuti dalla fine ed ha chiuso la gara sul 4-3. Il problema del Napoli è che Garcia non è sereno, non ha i crismi di uno Spalletti come mentalità, come forza del messaggio e anche coma arguzia nella comunicazione: Luciano ne usciva sempre bene, con ironia o con la forza. Il francese invece è un allenatore che sente aria di sfiducia intorno a sé, anche da parte della società. A me è parso che il club abbia inteso fare così: ‘Aiutiamo te per aiutare noi” e non aiutiamo direttamente il tecnico, anche se in generale non è il massimo della vita pensare che, a quei livelli, una società debba aiutare il proprio allenatore. Insisto nel dire che se a questa squadra le si imprime una mentalità giusta può fare anche 11-12 vittorie di seguito, avendo grandi potenzialità e dovendo anche recuperare Osimhen.