Giovanni Malagò, presidente del CONI, si esprime senza mezzi termini in assemblea sulla riforma proposta quest'oggi. A suo dire le modifiche inserite sovvertirebbero eccessivamente l'ordine e l'applicazione dell'organo.
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CONI, Malagò sulla riforma: “Questa è un’occupazione! Non abbandono la mia barca, ma mi dimetterei”
Sbotta Giovanni Malagò, presidente del CONI, sulla riforma proposta riguardo l'ente e le sue competenze
Di seguito alcune delle sue dichiarazioni riportate dal Corriere dello Sport: "Questa non è la riforma dello sport italiano, non c'entra nulla. Questo è un discorso in modo elegante di occupazione del comitato olimpico italiano. C'è una precisa, fortissima volontà della politica di oggi di trasformare il Comitato, il più prestigioso al mondo. Così diventiamo l'ultimo comitato olimpico del mondo, questo è sicuro, certificato, matematico. Conosco perfettamente la materia: nessun comitato al mondo si occupa solo della preparazione olimpica".
Prosegue Malagò: "Come si può pensare di creare una società e chiamarla 'Sport e Salute'? Se clicchi su internet è tutto un proliferare di massaggi e centri benessere. Io devo rinunciare al tricolore e ai cinque cerchi del Coni, il marchio forse più prestigioso al mondo dopo la Ferrari, per il marchio 'Sport e Salute'? Ma vi rendete conto o no? Non c'è nessuna guerra. Ma non possiamo, in modo corretto, educato ed elegante, non raccontare la storia. Se questa riforma fosse iniziata a fine 2019 mi sarei dimesso contestualmente. E se dico che mi dimetto mi dimetto, ma io non abbandono la mia barca a cinque mesi dalle Olimpiadi. Non lo faccio, ma c'è una profonda illogicità in questo documento. Abbiamo fatto notare che questa riforma non è applicabile nel 2019 e ci è stato risposto che è per il 2020: peggio mi sento, nell'anno delle Olimpiadi. Io sono stato eletto per essere presidente di un altro Coni: questo Coni non lo accetto. Il problema è mostruoso, clamoroso".
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