Il giornalista Gianfranco Lucariello ha commentato il momento del Napoli di Carlo Ancelotti tra campionato e Champions League. Ecco quanto dichiarato ai microfoni di Napoli Magazine: “La prestazione di Hamsik, contro la Stella Rossa, ma anche qualche altra precedente, credo abbia sgomberato il campo dalle critiche. La sua trasformazione è un fatto positivo per la sua carriera e per la squadra, in fondo non è la prima volta che un grande giocatore, nella parte finale della carriera, cambi ruolo e in meglio. Complimenti ad Ancelotti che ha visto lungo, costruendosi in casa il nuovo regista dopo l’addio di Jorginho. Contro la Stella Rossa mi sono divertito, ma anche arrabbiato per quel gol maledetto subito, ma anche in questo caso Ancelotti ha dimostrato la sua grandezza, caricando subito squadra e ambiente, affermando che a Liverpool si deve andare per vincere, altrimenti si rischia molto.
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Lucariello: “Il Napoli fa divertire e arrabbiare, Hamsik ha scacciato le critiche. Cavani? Meglio il presente”
Il giornalista Gianfranco Lucariello ha commentato il momento del Napoli di Carlo Ancelotti tra campionato e Champions League
Mertens? Non dimentichiamo che con Benitez c’era quel dualismo con Insigne, mentre con Sarri è esploso come punta centrale e credo che possa anche attaccare il record di gol di Hamsik. È un giocatore di grande carattere e lo ha dimostrato quando, con garbo, ha puntato i piedi rivendicando la maglia da titolare, ma, sarò ripetitivo, Ancelotti ha messo le cose a posto alla grandissima. Il belga sta attraversando un momento straordinario e non ci sono dubbi su chi debba essere il titolare, anche perché Milik, con tutto l’affetto e la solidarietà per il doppio infortunio subito, in questo momento non offre le stesse garanzie del belga.
Il ricordo di Cavani è bellissimo perché dopo tanto tempo avevamo finalmente un grande attaccante, ma io sono contrario ai ritorni, con il rischio che, ricominciando la telenovela su un eventuale ritorno, ci si possa distrarre dagli obiettivi della stagione. Meglio pensare al presente, senza sognare, altrimenti si perdono inutilmente energie, poi vediamo cosa succederà.
Ho conosciuto bene Ancelotti perché era centrocampista della Nazionale di Vicini agli Europei ’88 e vedo che non è cambiato molto, sempre molto posato, intelligente, riflessivo, poi di fronte ad un allenatore del genere che ha vinto tanto, c’è solo da togliersi il cappello. A Napoli in men che non si dica, ha subito preso il comando del gruppo, si è immediatamente legato alla città ed ha conquistato il cuore dei tifosi. Devo dire che non mi meraviglia il colpo di fulmine con la città perché anche noi napoletani continuiamo a rimanere stupiti, sorpresi dalla bellezza ineguagliabile della città. Poi, nel calcio, come si fa a non amare questi tifosi che vivono con tanta passione le vicende della squadra del cuore e Ancelotti si è immediatamente fatto contagiare dalla stessa passione.
A Bergamo mi auguro che la tifoseria della Dea si adegui alla nuova obbligata tendenza e che tifi più per i propri beniamini che offendere gli avversari, ancora di più, i napoletani. Devo dire che se c’è una parte di stadio un po’ turbolenta, c’è anche tanta gente educata e civile. Ricordo ai tempi di Maradona, incontrai Casati, ex portiere azzurro ai tempi di Jeppson che, come tanti tifosi atalantini, venne a vedere la partita per applaudire il più grande di tutti. Al San Paolo non c’è bisogno di fare raccomandazioni perché queste cose non succedono mai”.
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