Jacobelli: “Il VAR serve per un calcio più trasparente, ma c’è un aspetto che bisogna cambiare”

In diretta a ‘Un Calcio Alla Radio’, trasmissione di Umberto Chiariello in onda su Radio CRC, è intervenuto Xavier Jacobelli: “Io credo che il problema sia semplice nella sua soluzione e cioè che il designatore debba imporre a tutti gli arbitri di ricorrere al VAR in caso di dubbio. Abbiamo visto come la tecnologia sia uno strumento che aiuti gli arbitri a sbagliare molto meno e sia uno strumento molto utile. Diciture come “chiaro ed evidente errore”, presenti nel protocollo, sono tutte formule bizantine che dovrebbero essere cancellate. La tecnologia aiuta e serve. Non c’è bisogno di riunioni.

Giusto fermare Di Bello e Chiffi e non Guida e Mazzoleni? Ci deve essere un regolamento per cui chi non ottempera ad una direttiva del designatore arbitrale deve incappare in sanzioni. Non credo che ci siano altre soluzioni per risolvere il problema, che problema non è perché indietro non si torna. Moggi ha detto che la sudditanza esiste? Non c’è nemmeno bisogno di chiedere a Moggi per assodare che una situazione che è sotto gli occhi di tutti. La video assistenza consente di avere un calcio più trasparente. La tecnologia evidenzia errori che sfuggono all’occhio umano. Penso che per risolvere la questione, per avere una situazione arbitrale ridotta in errori, bisogna che gli arbitri seguano un comportamento che sia uniforme. Questo aiuta a rendere il calcio molto più trasparente. Il VAR serve per aiutare gli arbitri a dirigere sempre meglio.

Campionato già chiuso? No. Ho riletto in questi giorni alcune previsioni formulate dopo le prime tre giornate. Non esiste un campionato chiuso in partenza, specialmente in Italia. Il fatto che il Napoli sia rimasto in scia di questa Juventus, che sta battendo ogni record, dimostra che gli azzurri credano nella possibilità di contendere il titolo fino all’ultima giornata. C’è un mercato prorogato, c’è la possibilità per alcune squadre di rafforzarsi. Credo sia un campionato ancora tutto da vivere”.