Giovedì l’incontro a casa di Sarri Dinnanzi a offerte «indecenti», serve un summit di famiglia: perché questa è una scelta diversa, eventualmente, e sul piatto bisogna metterci tutto, niente escluso. Quando i dirigenti dello Zenit, giovedì scorso, hanno bussato a casa di Maurizio Sarri, sono cambiati gli scenari che si erano creati con il pranzo di quarantott’ore prima: una vagonata di milioni di euro, quattro più bonus, per un triennale che ti cambia la vita. «Ne devo parlare in famiglia»: perché certe scelte, e si definiscono anche di vita, vanno condivise con la moglie, con il figlio, con quel mondo riservatissimo nel quale confrontarsi. Domenica sera, subito dopo che il san Paolo è rimasto uno scheletro nell’ombra, Sarri ha fatto la stessa strada, è arrivato a Lago Patria, si è rinchiuso nel Parco che lo ospita da tre anni e nella casa che non sarà più sua (ma eventualmente dovesse rimanere, ne cercherebbe un’altra che consenta a Ciro, il labrador, di sbizzarrirsi) ha cenato con la signora Marina e con Nicole, ha chiacchierato, ha squarciato un orizzonte nel quale andare a guardare, tutti assieme e disincantatamente (se possibile).
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RUSSIA. Lo Zenit è alle porte, s’è fatto vivo anche ieri, lo rifarà domani, però di qua c’è il Napoli, con le sue certezze, le sue perplessità, un macro universo ricco d’amore e di una passione che l’ha colpito e ripetutamente: un anno fa, dopo lo scontro dialettico con De Laurentiis (il primo o uno dei tanti), ebbe un ruolo quella folla già quasi tutta per lui. «Incisero, certo». Stavolta, invece, hanno cominciato le due curve e poi domenica, dopo l’ultima con il Crotone, si sono aggregati anche distinti e tribuna: un plebiscito popolare, un segnale indiscutibile. La clausola dice che entro il 31 maggio Maurizio Sarri potrebbe comunicare al Napoli il desiderio di esercitare quell’opzione, ma al momento, e dopo che il Monaco si è fatto avanti seriamente, è rimasto soltanto lo Zenit di San Pietroburgo, che è arrivato a Lago Patria per dimostrare quanto seria sia la voglia di portare Sarri in Russia. Nelle persone di Maxim Mitofanov, il vice- presidente, e di Alexander Dyukov, il presidente.
SCENARI. La tentazione forte di Sarri è stata, a lungo, il Chelsea, ipotesi vagheggiata e mai seriamente concretizzatasi: la Premier League, e poi un club di quello spessore, avrebbe un altro fascino. Sulla Russia, Sarri ha delegato (in parte) a moglie e figlio, poi per il resto ha atteso il suo amico-manager Alessandro Pellegrini, arrivato dalla Toscana ieri. Sarri sta tentennando ma non ha molto tempo ancora a disposizione, anche i russi hanno fretta: entro quarantotto ore si potrebbe approdare nello scenario definitivo e uscire da quest’enigma. Stavolta non è (solo) una questione di cuore. CdS
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