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L’inchiesta di Report, Ranucci anticipa: “Contatti tra dirigenti della Juve e la ‘ndrangheta, ci sono prove! Sulle dimissioni di Marotta…”

L’inchiesta di Report, Ranucci anticipa: “Contatti tra dirigenti della Juve e la ‘ndrangheta, ci sono prove! Sulle dimissioni di Marotta…”

Ranucci, giornalista di Report, ha parlato dell'inchiesta sulla Juventus e la 'ndrangheta

Redazione

L'inchiesta di Report del prossimo 22 ottobre sta già facendo parlare molto di sé. Sono tanti, infatti, i documenti e i collegamenti ritrovati tra sport e mafie, in particolare tra la dirigenza della Juventus ed esponenti della 'ndrangheta. Alcuni dettagli sono stati raccontati e approfonditi in anteprima da Sigfrido Ranucci, conduttore della nota trasmissione, il quale ha rilasciato una lunga intervista a Il Romanista. Di seguito alcuni stralci: "Partiamo da una premessa. Non ci sono dirigenti della Juventus indagati ma quello che emerge dall'inchiesta è un contatto diretto tra i manager bianconeri e i Dominello, famiglia accusata di avere dei legami con la 'ndrangheta. La questione del bagarinaggio e degli affari con i biglietti dello stadio presenta un connubio chiaro tra certi personaggi, tra persone indagate, dirigenti e anche calciatori della Juve. Secondo la Procura la data fondamentale è il 21 aprile 2013: quel giorno si gioca Juventus-Milan. Nella curva juventina spunta uno striscione: "I gobbi". Dietro ci sono Saverio e Rocco Dominello, padre e figlio, è il giorno in cui la 'ndrangheta entra nella curva bianconera".

I MISTERI SU BUCCI - "Non si spiega perché ad un certo punto uno dei legali dello studio Chiusano, che rappresenta la Juve, va in ospedale, a poche ore dalla morte di Bucci, chiedendo di entrare in possesso del suo telefono e di altri effetti personali. È un particolare non trascurabile. Dal telefonino di Bucci sono emerse cose molto interessanti: sms e foto che riguardano il club e la curva. C'è anche una chat con un'utenza intestata alla presidenza del Consiglio e riferita ad un agente dei servizi di sicurezza. Bucci era un informatore dei servizi. "Sono nella merda" e poi "la mia posizione è bruciata", sono alcuni dei messaggi dove manifestava la preoccupazione di andare a testimoniare in Procura dopo la convocazione. Aveva avvisato anche la Juventus".

IL COINVOLGIMENTO DELLA JUVENTUS - "Vi posso assicurare che da questa storia emerge un quadro impressionante di rapporti della dirigenza con i tifosi, un connubio spaventoso tra la società e una parte di supporters bianconeri. La vittima di questa storia è il calcio. Sono vittime anche i tifosi per bene. Non si tratta di un'inchiesta contro il calcio ma di un atto d'amore per questo fantastico sport e per i tifosi per bene. Quello che emergerà è un problema etico della gestione del calcio al di là dell'aspetto giudiziario. Fa impressione il quadro complessivo che riguarda una società come la Juventus. Quanto andrà in onda il 22 ottobre potrebbe interessare la giustizia sportiva".

CONNESSIONI CON MAROTTA - "Non sono in grado di dire se siano legate alla vicenda. L'anomalia è il modo in cui sono arrivate queste dimissioni. Non è nello stile Juventus chiudere con un dirigente così importante che ha contribuito a tanti successi. Nessuna conferenza e, a parte il diretto interessato, nessuno ha detto nulla in merito alla separazione dopo tante stagioni di vittorie. È strano come Marotta è andato via. Non è nello stile della Juve".