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L’inchiesta ieri su rai3 il caso ‘ndrangheta e ultras

L’inchiesta ieri su rai3 il caso ‘ndrangheta e ultras

Report: «Il bagarinaggio continua»

Redazione

Il business c’è, non è che non c’è. Io mi sono comprato due case, mi sono comprato un panificio». Lo racconta Andrea Puntorno, leader del gruppo ultrà “Bravi Ragazzi” ai microfoni di Report. È andata in onda ieri sera la tanto attesa puntata del programma di Rai3 che ha ripercorso alcune delle tappe dell’indagine “Alto Piemonte” sull’infiltrazione della ‘ndrangheta a Torino e nella curva della Juve. Vicenda che non ha coinvolto nessun dirigente e nessun dipendente della Juventus, se non in qualità di testimoni per quanto riguarda il processo penale. Quello sportivo, con la sentenza d’appello, ha riconosciuto la violazione delle regole sulla limitazione del numero di biglietti cedibili in un’unica soluzione da parte del club bianconero. Ma è stata smontata in quella sede l’accusa più grave mossa dal procuratore federale Pecoraro: la Juve non era consapevole dei legami con la malavita del suo interlocutore, Rocco Dominello.

Su quei biglietti, però, alcuni esponenti dei gruppi avevano potuto realizzare un forte ricarico e guadagnare ingenti somme. L’ex ultras, 12 anni di Daspo, Herdocia rivela in un’intervista di aver venduto 13 biglietti per la finale di Berlino del 2015 a 1.500 euro l’uno. Molti passaggi dell’inchiesta di Torino erano già emersi. «Io ti permetto di fare, purtroppo a malincuore, business. Ma non perché mi sei simpatico, semplicemente perché voglio la tranquillità», sono frasi di Alessandro D’Angelo, security manager della Juventus, intercettato al telefono con l’esponente di un gruppo ultrà. Il servizio di Federico Ruffo ricostruisce, poi, come le attività di bagarinaggio sarebbero proseguite fino alla fine della passata stagione, nonostante l’indagine e le condanne in primo grado a Saverio e Rocco Dominello (fondatore del gruppo dei “Gobbi”, nonché boss della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno) fossero arrivate a giugno 2017. Herdocia mostra una chat in cui si parla dei tagliandi di Tottenham-Juve (7 marzo 2018) rivenduti con un ricarico di più del 600%.

Nel corso della puntata sono state fatte ascoltare le intercettazioni delle telefonate tra D’Angelo e Raffaello Bucci, l’ex capo ultrà poi collaboratore della Juventus morto suicida il 7 luglio 2016. Conversazioni che risalgono ai giorni prima del derby di Torino del febbraio 2014. Bucci, che solo qualche mese dopo viene assunto dal club, chiede (ottenendo il permesso) a D’Angelo di far entrare degli striscioni vietati (inneggiavano alla tragedia di Superga) per scongiurare uno sciopero del tifo. La ricostruzione delle ultime ore di Bucci e la tesi di Placido Barresi, esponente della cosca dei Belfiore a Torino, secondo il quale le minacce al figlio avrebbero indotto Bucci al suicidio, gettano una luce ancora più sinistra sulla morte dell’uomo, riconosciuto dai giudici come informatore dei servizi segreti.

CDS