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De Giovanni: “Il Napoli deve ricompattarsi, la critica è un diritto del tifoso. Ora ci si divide in fazioni”

De Giovanni: “Il Napoli deve ricompattarsi, la critica è un diritto del tifoso. Ora ci si divide in fazioni”

Lo scrittore Maurizio De Giovanni ha pubblicato sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno il proprio editoriale

Redazione

Lo scrittore Maurizio De Giovanni ha pubblicato sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno il proprio editoriale: "Per giocarsela però il Napoli, e l’ambiente circostante, devono necessariamente ricompattarsi. La squadra a Milano è sembrata una pallida ombra di se stessa. Le sirene di un dannato mercato invernale, che mai nell’era De Laurentiis ha portato rinforzi di rilievo, hanno trascinato con sé il sorriso di Allan e forse quello di Hamsik, non precisamente due personaggi minori dello spogliatoio. Gli infortunati rientrano a singhiozzo, Meret, Younes, Verdi, Ghoulam stazionano tra panchina e allenamenti differenziati. Il modulo mostra la corda, con esterni non esterni quali Fabian Ruiz e Zielinski che non esprimono il proprio valore appieno se impiegati sulla fascia. Gli attaccanti hanno le polveri bagnate o semplicemente hanno gravi limiti, e Piatek li ha impietosamente evidenziati con la propria concretezza, portando il tifoso a chiedersi se per esempio uno Zapata fosse da liquidare con tanta leggerezza. Pare insomma il caso di sedersi urgentemente a tavolino e ridisegnare la squadra, adattando il modulo alle caratteristiche degli uomini a disposizione piuttosto che viceversa, magari; o semplicemente capendo chi è in condizione di giocare e chi non. Quanto all’ambiente, ricomincia l’autolesionista tendenza a dividersi in fazioni contrapposte. In questo caso i passatisti e i presentisti, Sarri e Ancelotti come vessilli e social invasi da polemiche senza senso. Siamo tutti tifosi del Napoli, e se qualcuno sorride sotto i baffi dei rovesci azzurri pur di dimostrare vecchie teorie be’, può anche accomodarsi su altre tribune; tenendo però presente che l’indulgenza pregiudiziale non ha mai portato a guarigioni veloci, anzi. Non è questo il momento di stracciarsi le vesti, perché come sopra detto ci sono ancora obiettivi di difficile realizzazione, ma il diritto di critica e di manifestazione dell’insoddisfazione non può essere negato al tifoso che paga per vedere le partite. La critica, se e quando è costruttiva e non strumentale a raccogliere audience, è e deve rimanere sacrosanta. Anche perché è utile".