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Sott’ e ‘Ncoppa – Arbitri disastrosi in Europa o alibi italiano per mascherare i propri fallimenti?

Tony Sarnataro

 Foto by Getty

È indubbio che nelle ultime uscite europee ci siano stati episodi controversi a sfavore delle squadre italiane: dal rigore non fischiato a Cr7 nei minuti finali di Porto-Juventus, passando per l’espulsione comminata a Freuler in Atalanta-Real Madrid, fino alle scorrette perdite di tempo in Napoli-Granada da parte degli spagnoli. Tuttavia, alla luce della condizione in cui versa il sistema calcistico nostrano, appellarsi alle questioni arbitrali per spiegare i deludenti risultati è del tutto fuori luogo.

L'analisi

La Juventus, capace di vincere nove Scudetti consecutivi, due anni fa uscì contro la bella gioventù dell'Ajax, l'anno scorso con l'ottava forza (all'epoca) di Francia, il Lione, ai box da sette mesi (per la sospensione della Ligue 1 causa Covid), e infine ha perso con il Porto, che è a - 10 dalla vetta nella Superliga portoghese.

L'Inter, che probabilmente si cucirà il tricolore al petto a fine stagione, è arrivata ultima in un gruppo col peggior Real dell'ultimo decennio, con lo Shakhtar e il Monchengladbach.

La Lazio, invece, ha superato i gironi faticando con il Brugge, per poi venire spazzata via da un Bayern senza Pavard, Tolisso, Douglas Costa, Muller, Nubel e Gnabry. I tedeschi hanno fatto anche esordire titolare Musiala, un classe 2003, che ovviamente ha entusiasmato e segnato pure. In Italia, ai giovani aggregati alla prima squadra si concede al massimo qualche selfie.

Veniamo, dunque, al Napoli. Gattuso ha detto “Chi ci rappresenta deve farsi rispettare” riferendosi alle scorrettezze del Granada, ma il “must” resta quello delle tante assenze. Contro gli spagnoli (squadra anch'essa molto rimaneggiata, nona in Liga con la peggior difesa) serviva mica Maradona per passare il turno!? Magari se quella scugnizzeria di cui si è sempre parlato fosse stata realmente realizzata gli azzurri avrebbero potuto schierare qualche rincalzo all'altezza.

L’Atalanta, a sua discolpa, ha l’attenuante di aver disputato tre quarti di match in dieci uomini, ma pure non è apparsa troppo pimpante di fronte ad uno dei Real Madrid meno forti della storia. Zidane era arrivato a Bergamo con nove assenti ma non aveva fatto una piega: “Non firmiamo per il pari”, mentre oggi il presidente orobico Antonio Percassi continua a insistere sul rosso a Freuler: "Episodio grave e inaccettabile, anche per il calcio italiano".

E poi c’è il Milan, capolista in Serie A fino a qualche giorno fa, che si era qualificato in Europa League solo grazie ai rigori nel confronto contro il Rio Ave, attualmente nono in classifica nel campionato portoghese. I rossoneri hanno rischiato anche con la Stella Rossa: 3-3 il risultato complessivo. Due pareggi e un approdo agli ottavi della competizione ottenuto con tanta amarezza.

I motivi di questo declino hanno radici forti, e la questione prima o poi andrà analizzata seriamente. Se il calcio italiano è in crisi, si abbia pazienza, non è di certo per colpa degli arbitraggi.

 

a cura di Tony Sarnataro e Giuseppe Canetti

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