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ESCLUSIVA – Gentile: “Tifo Juve ma spero nel successo del Napoli. Vi racconto Maradona”

ESCLUSIVA – Gentile: “Tifo Juve ma spero nel successo del Napoli. Vi racconto Maradona”

Ritorna "L'INTERVISTA", la rubrica di CalcioNapoli1926.it. Oggi ai nostri microfoni si è raccontato Claudio Gentile, ex stella del calcio italiano.

Redazione

Ritorna "L'INTERVISTA", rubrica settimanale di CalcioNapoli1926.it. Ogni giovedì proporremo il parere di un personaggio di sport sulle vicende riguardanti il Napoli e il calcio italiano in generale.

Per questa settimana ai nostri microfoni abbiamo ascoltato Claudio Gentile, ex difensore della Juventus e della Nazionale Italiana. Ci ha parlato della "nuova" Nazionale di Di Biagio, della sfida scudetto tra Napoli e Juventus e del "bel gioco" degli azzurri di Maurizio Sarri.

- Domani sera l’Italia affronterà l’Argentina in amichevole. Può iniziare una nuova era con Di Biagio?

"Non c’è il rinnovamento che molti si aspettavano, alla fine sono sempre i calciatori delle ultime partite con Ventura. Certo poi conteranno i risultati ma è presto per dare dei pareri, bisogna vedere cosa farà la squadra".

- Italia Argentina del 1982 è anche ricordata per la sua marcatura stretta su Maradona: che partita fu?

"Inizialmente eravamo già perdenti sulla carta secondo tutta la stampa italiana perché c’era stato silenzio stampa, le critiche e tutto era quasi negativo. Per molti critici eravamo già battuti, poi sul campo abbiamo dimostrato che quando c’era da cacciare fuori gli attributi, riuscivamo a fare cose quasi impossibili. Maradona era la ciliegina di quell'Argentina già Campione del Mondo nel 1978 e con lui avrebbero dovuto centrare nuovamente l’obiettivo, solo che trovarono un’Italia che seppe porre contrasto sulla qualità del gioco e vincemmo noi".

- Quanto era difficile marcare Maradona?

"Era il massimo dell'espressione calcistica di quel tempo e del Mondiale di Spagna ’82. Quando Bearzot mi disse che avrei dovuto marcarlo io, non è stata una notizia che mi esaltò molto. Nella sfida impossibile, però, ho trovato le motivazioni per contrastarlo e per marcarlo bene".

- Gentile contro Maradona era il preludio alla sfida Juventus-Napoli. Oggi la sfida si ripete, secondo lei come finirà questa stagione?

"Parlo da tifoso juventino: vorrei che il Napoli vincesse il campionato. Avere una squadra che vince sei o sette campionati di fila non è che sia un prestigio per il calcio italiano, significherebbe che non ha mai avuto rivali e agli occhi del calcio europeo non migliorerebbe il nostro appeal. Se dovesse vincere il Napoli mi farebbe molto piacere".

- Da quando è arrivato Sarri c’è la critica al bel gioco senza vittorie: è impossibile vincere puntando sullo spettacolo o è solo questione di tempo?

"Sarri sta facendo i miracoli. Ha una rosa limitata e non tutti i calciatori sono all’altezza della Juventus. Gioca con una qualità inferiore di rosa ma superiore per gioco espresso e nei risultati. Anzi Sarri sta facendo più dei miracoli con questa squadra: gli darei l’Oscar per il grande lavoro che sta svolgendo.

Parlo solo dell’allenatore, come uomo è diverso. Siamo tutti sanguigni come lui, però bisogna calcolare cosa si dice altrimenti tutti i meriti che ti vengono riconosciuti, li perdi per delle risposte infelici".

- Insigne è il filo conduttore tra il Napoli e la Nazionale. È considerato il calciatore fulcro, il vero numero 10. Secondo lei che importanza può avere con l’Italia?

"Spero che dimostri di essere un giocatore su cui contare. Quando ci saranno le partite ufficiali dovrà prendere in mano la squadra e portarla al successo. Su di lui ci sono grandi attese e quindi deve essere pronto nei grandi appuntamenti, in quelli che contano davvero. Penso, per esempio, alle qualificazioni al prossimo Europeo; l’Italia fuori al Mondiale può andare bene per questa volta ma se dovesse stare fuori anche per l’Europeo, sarebbe una tragedia".

- Italia non qualificata ai Mondiali, che effetto le fa? E cosa bisogna fare per tornare ad essere grandi?

"E un po’ come fare un Mondiale di Formula1 senza la Ferrari. Ci sono delle Nazioni che sono l’emblema del calcio internazionale: Italia, Argentina, Brasile e Germania. Per noi quest’anno è andata male però speriamo di risalire presto la china. Bisogna puntare sui giovani, non possiamo contare più sui vecchi, con tutto il rispetto per quello che hanno fatto fino ad ora questi calciatori più esperti. Noi dobbiamo costruire un insieme che deve durare per i prossimi 15 anni: ci saranno prima gli Europei e poi i Mondiali e solo puntare sui giovani potrà far tornare la vera Italia. Siamo una Nazione che merita di fare la differenza, lo abbiamo fatto per 70-80 anni e dobbiamo essere quella Nazionale che è sempre stata nel limbo di quelle più forti del mondo".

Salvatore Amoroso

Redazione ©RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: CALCIONAPOLI1926.IT