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ESCLUSIVA – Di Costanzo: “Ho allenato Ciciretti, vi svelo un retroscena. Napoli? Non è pronto”

ESCLUSIVA – Di Costanzo: “Ho allenato Ciciretti, vi svelo un retroscena. Napoli? Non è pronto”

ESCLUSIVA - Di Costanzo: "Ho allenato Ciciretti, vi svelo un retroscena. Napoli? Non è pronto per un top club"

Redazione

Uno dei nomi più caldi del momento sul fronte mercato per il Napoli è, certamente, quello di Amato Ciciretti. Stando alle ultime indiscrezioni il calciatore (attualmente al Benevento) potrebbe essere un rinforzo appetibile sia da avere in rosa, ma anche per un ipotetico scambio con il Bologna per arrivare a Verdi. In esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli1926.it, il suo 'ex allenatore, Nello Di Costanzo, ha raccontato del periodo in cui lo ha allenato esprimendo anche un proprio parere sul possibile approdo in azzurro. Queste le sue parole.

Ciciretti è ad un passo dal vestire la maglia del Napoli, cosa ne pensa?

"Non so se sia vero. Negli ultimi tempi è stato infortunato, è da verificare. E' un ragazzo che è stato con me alla Carrarese in C1, lo prendemmo dalla primavera della Roma. Nasceva come centrocampista centrale o anche trequartista. Successivamente l'ho allenato a Messina, sempre in Serie C, però rispetto ad allora è molto maturato. Ha trovato la sua consacrazione come esterno destro nel 4-3-3, ma non è come Callejon. E' molto tecnico, mancino, ed è capace di battere molto bene le punizioni ed i corner, ha un ottimo piede. Si avvicina ad Insigne ma non ha la stessa velocità, non attacca la profondità come Callejon. Diciamo che è come Insigne, però sull'altra fascia. E' più funambolico, come Ounas che è arrivato a giugno. E' concreto, fa assist, è molto bravo a mettere la palla. E' cresciuto molto negli ultimissimi anni, ormai da tre stagione è a Benevento ed ha trovato la via del gol".

Crede sia pronto per un top club come quello partenopeo?

"No, in questo momento non credo sinceramente. C'è da dire, però, che sta crescendo esponenzialmente quindi in prospettiva potrebbe anche diventarlo. Ha avuto una serie di piccoli infortuni, anche l'anno scorso, e non mi sembra sia pronto e disponibile dal primo momento per una squadra che al momento si trova al primo posto in Serie A. Ma resto scettico sul fatto che lo prenda il Napoli in questo momento, magari lo acquista per girarlo in prestito. A lui sono affettivamente legato, l'ho avuto con me per due anni, e mi farebbe molto piacere. Ha delle grosse qualità, senza dubbio, ma da qui a metterlo subito nel Napoli... Vedrei meglio Verdi, anche se non lo conosco personalmente".

Caratterialmente, invece, Ciciretti com'è?

"E' un ragazzo molto generoso con i compagni, è perbene, umile e semplice. L'unica cosa è che magari in campo è un po' discontinuo anche se ha tanta qualità. Può diventarlo con il tempo".

Ricorda qualche episodio o giocata particolare legati a lui nel periodo nel quale lo ha allenato?

"Con me non giocava titolare fisso, però si è sempre allenato assiduamente. Ricordo che offriva sempre qualcosa a tutti, è molto generoso. Aveva un bel contratto con la Roma, per questo aveva più soldi degli altri, ma era sempre molto disponibile ed offriva per tutti".

Se non avesse fatto il calciatore avrebbe lavorato nell'azienda del padre... Crede che la situazione economica familiare lo abbia aiutato?

"Il primo anno che lo ho allenato arrivava dalle giovanili della Roma, venne alla Carrarese ed aveva 18 anni ed aveva una vita un po' complicata fuori dal campo. Poi con il tempo è maturato".

Come vede questo Napoli? E' pronto per vincere?

"Credo che la Juventus in questo momento abbia più frecce nell'arco da poter scagliare, al di là degli episodi arbitrali. In attacco soprattutto, gli azzurri sono un po' risicati. Per recuperare Milik ci vorrà del tempo perché oltre al recupero clinico c'è da ritrovare la condizione ottimale e quella probabilmente riuscirà a ritrovarla pienamente solo all'inizio del prossimo campionato. In avanti c'è carenza, se dovesse venire meno qualcuno bisognerebbe fare altri adattamenti ma tanto è possibile che esca la bella sorpresa, tipo 'Uovo di Pasqua', come successe lo scorso anno con Mertens tanto può non accadere. Ad esempio in questa stagione è stato provato Callejon in avanti ma non va".

La problematica del turnover di Sarri, quindi, è dovuta ad una mancanza di alternative?

"Sì, è una questione di carenza in attacco. C'è solo Ounas, Zielinski quando gioca a sinistra è adattato. Ci sarebbe Giaccerini che, per me, è un ottimo giocatore. Purtroppo a Napoli non ha avuto un buon periodo. Sono sicuro che se dovesse trasferirsi in un'altra squadra, come accaduto con Pavoletti, riemergerebbe. In azzurro non è riuscito a dimostrarlo, anche perché non ha avuto molto spazio".

Che parere ha dei settori giovanili italiani e di quello del Napoli in particolare dato che lo ha vissuto?

"Quelli italiani, generalmente, sono buoni come quello dell'Atalanta, dell'Inter e del Torino in passato. La stessa Roma ha avuto dei buoni giocatori, Ciciretti ha vinto lo scudetto con i giallorossi l'anno prima di venire a Carrara. Con lui c'era Florenzi, ma anche un certo Politano che giocava con lui ed era ritenuto uno scarto. Fu girato al Perugia che noi incontrammo quando allenavo la Carrarese, Dicevano fosse uno dei più scadenti ma vidi subito che si trattava di un fenomeno, molto veloce sulla fascia destro.

Negli ultimi anni ci sono sempre più stranieri nei settori giovanili, non è un buon segno anche in ottica Nazionale.

Negli anni in cui giocavo io, anni '80, con Mario Pozzo allenatore della Primavera ci sono stati tanti giocatori che passarono in prima squadra per giocare in Serie A. Con noi c'erano Di Fusco, Capparelli, Celestini, Volpecina, Musella, mentre ora non si investe molto. Noi eravamo organizzatissimi, tutti in convitto, ma non vedo l'idea di fare un settore giovanile che compia la funzione di serbatoio per la prima squadra in questo momento. Speriamo che le cose cambino, quest'anno ad esempio hanno fatto qualche acquisto per la Primavera ma non è solo quello. Bisogna creare i presupposti per un buon centro sportivo, un buon convitto, i ragazzi dovrebbero essere seguiti da allenatori preparati, anche più di quelli della prima squadra. Il problema, però, è che se sono malpagati non vengono. Al momento la famosa 'scugnizzeria' non si è ancora vista a Napoli, tralasciando il caso di Insigne che comunque ha dovuto sudare sette camicie per diventare il fenomeno che è. ".

REDAZIONE - Armando Inneguale. ©RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: CALCIONAPOLI1926.IT