E’ tornato in Italia per rivivere serate come queste. Da tuffo al cuore, anche a 32 anni e con una fascia da capitano legata al braccio che non contempla il dover tradire l’emozione. Mimmo Criscito si è ripulito la “fedina calcistica” – inteso come ammonizioni – giusto in tempo per sfidare la squadra della propria città: lui, napoletano di Cercola, un pensierino a chiudere la carriera sotto il Vesuvio lo ha pure fatto, una volta conclusa l’epopea russa nello Zenit. Il richiamo del Genoa ha prevalso, qualcosa doveva ancora dire con la maglia che lo ha proiettato verso il calcio di livello. Così stasera, a Marassi, Criscito sarà uno di quelli coi riflettori puntati addosso. Il suo attaccamento verso Napoli è acclarato, impossibile da rinnegare. Nella difesa a tre del Genoa non c’è stato il bisogno – e nemmeno il tempo, in realtà... – di ambientarsi. Da Ballardini, che già aveva provveduto ad arretrare Criscito, a Ivan Juric ora timoniere genoano: il capitano si è cucito addosso il ruolo di sentinella. Tenendo anche a memoria i gol presi, un po’ troppi, ma in questo momento va così. E la responsabilità raddoppia: Criscito sa perfettamente che l’ambiente Genoa, per certi versi, sa essere una centrifuga tipo la contestazione annunciata stasera. Ma ha con sé gli anticorpi necessari.
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L’emozione di Criscito capitano del Genoa e tifoso azzurro
L’emozione di Criscito capitano del Genoa e tifoso azzurro
CDS
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