Non è la Rometta di tanti anni fa. Non lo è come società, non lo è come risultati, al di là della crisi in cui è caduta. Ma dopo tre sconfitte di fila nel momento cruciale della stagione, l'ennesima sensazione di una meravigliosa incompiuta viene di nuovo a galla. Il 4-2 di Lione, ovviamente, può essere ancora ribaltato, così come il 2-0 subito in Coppa Italia nel derby, mentre il tonfo col Napoli ha spento sì le già residue speranze scudetto ma ha lasciato comunque i giallorossi al secondo posto. Tutto, allora, può essere rimesso in discussione: impossibile, però, far finta che non stia accadendo nulla.
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Non è la Rometta di tanti anni fa. Non lo è come società, non lo è come risultati, al di là della cr
Non è la Rometta di tanti anni fa. Non lo è come società, non lo è come risultati, al di là della crisi in cui è caduta. Ma dopo tre sconfitte di fila nel momento cruciale della stagione, l’ennesima...
Oltre ai fatti, che mettono in evidenza una squadra stanca con palesi problemi difensivi, ci sono le parole. Quelle di Luciano Spalletti, soprattutto. "Se non vinco nulla vado via", ha detto all'Equipe prima della partita di Lione. E dopo la sconfitta ha sottolineato un altro limite: "Noi siamo questi: se va bene ci si esalta, altrimenti non siamo dei caratteriali". Tradotto: la Roma si deprime facilmente.
Spalletti era arrivato proprio per provare la trasformazione: aveva trovato una Roma incapace di ritrovarsi con Garcia, ha scatenato il caso Totti perché voleva imporre delle regole e dare una mentalità vincente al gruppo. Ma oggi, dopo tante grandi partite, a sole due settimane dalla lezione data all'Inter di Pioli, siamo punto e a capo. Non è una Rometta, ma l'incubo è sempre lo stesso. Arrivare con "zero tituli" a fine stagione. E in quel caso Spalletti andrà via. Senza aver portato a termine il proprio lavoro. Premium Sport.
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