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Dondarini: “Gli arbitri possono innamorarsi delle loro convinzioni e credere di essere infallibili”

Dondarini: “Gli arbitri possono innamorarsi delle loro convinzioni e credere di essere infallibili”

L'ex arbitro Paolo Dondarini ha analizzato quanto accaduto in campo in occasione di Napoli Lecce

Maria Ferriero

Dopo la sconfitta subita in casa contro il Lecce, il Napoli di Gennaro Gattuso si trova a dover fare i conti con una nuova polemica arbitrale. In occasione della sfida del San Paolo, infatti, l'attaccante dei partenopei, Arek Milik, è stato vittima di un contatto in area di rigore. Il tutto è stato, però, considerato simulazione dall'arbitro Giua. Il direttore di gara si è, però, rifiutato di consultare il Var nonostante fosse stato più volte richiamato da Abisso, deputato proprio al controllo della tecnologia. Sul momento che sta vivendo il mondo arbitrale si è soffermato Paolo Dondarini, ex direttore di gara, intervenuto ai microfoni di Radio Marte.

Le parole di Dondarini

"Il campo è la parte più bella dell’attività di un arbitro, le difficoltà si registrano prima e dopo. Gli arbitri possono innamorarsi delle proprie convinzioni perché devi avere una forte autostima per poter svolgere questa attività. Questo poi, può portare all’esasperazione del concetto e un arbitro può convincersi di essere infallibile. Avrei voluto avere il Var a disposizione: andare in campo adesso con la giusta tecnica e maturità è molto più semplice perché un errore può essere corretto e ai miei tempi non capitava. Non credo che Abisso ieri abbia chiamato Giua, o comunque questa è la mia interpretazione  altrimenti non mi spiego perché l’arbitro non sia andato a vedere. Basterebbe dare la possibilità alla società di chiedere all’arbitro di andare al Var. Voglio salutare pubblicamente Gattuso: nutro grande stima per lui".