Giovanni Malagò voleva chiudere la sua avventura, non sempre felice, da commissario della Lega di serie A il 7 maggio. Non c'è riuscito, e molto probabilmente non ci riuscirà nemmeno domani, martedì 22 maggio, quando a Milano si terrà un'altra assemblea, forse decisiva per i diritti tv. Le voci che circolano alla vigilia parlano di una rottura totale, dopo che Mediapro aveva presentato nei giorni scorsi allo stesso Malagò, a Miccichè, a Nicoletti le garanzie per andare avanti nel progetto (vedi Spy Calcio del 20 maggio).
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Diritti tv: summit decisivo, ma c’è aria di rottura con Mediapro. Che succederà?
Giovanni Malagò voleva chiudere la sua avventura, non sempre felice, da commissario della Lega di serie A il 7 maggio. Non c’è riuscito, e molto probabilmente non ci riuscirà nemmeno domani, martedì 22 maggio,...
Il colosso spagnolo-cinese non darebbe la fidejussione, cosa da tempo risaputa, ma ha garantito 186 milioni in attesa di mostrare la certificazione del patrimonio netto. Che diranno i club? Molti sono perplessi sulla procedura messa in atto. Mediapro vuole essere sicura di avere quanto concordato in precedenza con la Lega, in attesa anche che si concludano gli iter giudiziari (oggi ha presentato ricorso al tribunale civile di Milano). Sullo sfondo resta la possibilità del Canale della Lega (ma non tutte le società sono d'accordo) oppure di andare a trattative private con Sky e Perform che però potrebbero arrivare solo a 900-950 milioni. Di sicuro, dall'assemblea di domani si dovrà uscire con una decisione. Si arriverà a votare, probabilmente: molti club (7-8) vorrebbero fare saltare il banco, andando allo scontro giudiziario con Mediapro considerata inadempiente, ma devono arrivare a quota dodici. Non facile.
Oggi intanto vertice segreto a Milano fra Malagò e Cairo, ma il commissario ha avuto contatti anche Lotito. Ci sono perplessità da parte di alcune società anche sul fatto che Miccichè è presidente designato, ma eletto a voto palese e non a scrutinio segreto. Secondo un parere legale "la sua elezione è inesistente" e quindi "non può assumere alcun ruolo rilevante". Miccichè che farà? Lascerà la Lega? Inoltre, se sarà possibile, si parlerà anche di governance. Il presidente Gaetano Miccichè è un uomo solo al comando. Manca il resto della "squadra". Si voterò, se si vota, con il quorum a 11. Nelle prime due assemblee era a 14. Ma qualcuno potrebbe impugnare la norma visto che sinora mai si è andati alle urne. Chi proporrà i nomi domani pomeriggio? Malagò e Miccichè? Molti dirigenti sono all'oscuro di tutto.
I due consiglieri federali dovrebbe essere Beppe Marotta (Juve) e Claudio Lotito (Lazio) anche se quest'ultimo conta meno rispetto al passato e c'è un fronte che lo osteggia. In consiglio di Lega spazio probabilmente per Roma (Gandini), Milan (Fassone), Atalanta, Fiorentina o Napoli. Ci sarà, ed è una novità, anche un consigliere indipendente: la scelta potrebbe cadere sull'avvocato Valeria Panzironi, responsabile ufficio legale di Coni Servizi. In corsa anche Diana Bianchedi, Maurizio Casasco e Dino Feliziani. E l'amministratore delegato? Malagò tenterà di forzare la mano per imporre il banchiere Marzio Perrelli? I club sono orientati ormai su Paolo Dal Pino: probabile slitti tutto a dopo l'estate, dopo la conclusione della vicenda dei diritti tv. Malagò potrebbe proporre che a votare per l'ad sia solo il consiglio di Lega e non l'assemblea. La Lega di A dovrà anche decidere cosa fare per le elezioni Figc, cioè se appoggiare Abete oppure se andare allo scontro. "Se la Lega A presenterà un suo candidato alla Figc? Non lo so e non sta a me dirlo, anche perchè io sono di passaggio -ha detto Malagò- Penso che prima si conclude la vicenda della governance della Lega e tanto più saranno chiari in questo senso". Repubblica.
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