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Fenomeni a confronto, Paolo Condo racconta un maestro di giornalismo: Mario Sconcerti

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Le dichiarazioni di Paolo Condò a Firenze Viola su Sconcerti

Giovanni Ibello

Intervenuto a FirenzeViola, Paolo Condò, decano del giornalismo italiano, parla di Mario Sconcerti, un altro grande maestro di giornalismo che purtroppo qualche mese fa ci ha lasciato. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it:

Le dichiarazioni di Paolo Condò a Firenze Viola su Sconcerti

napoli condò
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"Sconcerti mi ha insegnato tanto, sia dal punto di vista pratico sia osservandolo da fuori. Basta vedere chi c'è qui oggi a ricordarlo: il meglio del giornalismo. Lui era come l'acqua, dove nasce un'oasi rigogliosa: dove passava lui fiorivano i giornalisti. Non sempre un grande giocatore diventa un grande allenatore, ma Mario è stato un fuoriclasse da allenatore per far venire fuori i migliori giornalisti di questa epoca storica. Incitava sempre chi conosceva, è capitato anche a me. Lui era una formula 1 e non puoi girare se sei una berlina, ma dovevi essere una monoposto. Era paradossale, si divertiva a fare cose che magari noi avevamo paura di fare: le provocazioni. Quando disse che Ronaldo avrebbe fatto panchina alla Juve osò, poi tanti ci fecero ironia. Era comunque un modo di fare dibattito. Per sua fortuna non ha mai avuto a che fare con i social. Arrivò alla Gazzetta nell '87 ed era in corso un cambio generazionale: lui estrasse me ed altri dai soliti compiti per mandarci a fare interviste e a vedere le partite. Mi ricordo che mi rimproverò quando fui ospite in una trasmissione e c'era anche lui. Mi disse che non dovevo scappare, dovevo seguire il calcio italiano ed affrontarlo, senza andare per forza a parlare di calcio estero. Servì, perché tornai anche per questo motivo a parlare di Serie A".