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De Laurentiis: “Se non cambiano le cose cedo il Bari. Big? Dare soldi, vedere cammello. Su Ibra…”

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Le parole del patron azzurro

Sara Ghezzi

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis in questi giorni sta rilasciando diverse interviste. Tra queste quella rilasciata a Dazn in cui ha toccato diversi argomenti.

Le parole di De Laurentiis

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Di seguito le sue parole a Dazn:

"Veda qui si respira l’aria del mare che ha una sua tonicità. Poi siamo talmente lontano dalle città per cui c’è aria non inquinata. Io qui ho fatto trivellare i terreni qui fino a 20 metri di profondità per vedere se ci fosse qualche cosa e non ho trovato nulla".

Sul momento del Napoli

"Noi siamo partiti con 11 risultati positivi, 10 vittorie e un pareggio. Allora forse ci siamo basati troppo su una partenza come se fosse una Ferrari che poi proprio a Imola è caduta, poi succede. Cominciano le varie avventure del covid, la Coppa D’Africa cioè tutta una serie di limitazioni che non rendono facile un lavoro. Poi bisogna dire che non si gioca da soli. Ci sono una decina di squadre che rispetto a 5 o 6 anni fa si sono rinforzate. Io per questo ho voluto vedere come si allenano. Se si impegnano, se qualcuno fa il lavativo. Ho visto invece dei ragazzi perfetti, tutti impegnati, che facevano palestra, la partita, il torello".

Sulla tenuta mentale

"La tenuta mentale è una cazzata. Il fatto psicologico è importante. Ma ci sono 25-30 calciatori tutti di primissimo livello che ci sia una mosca zeze che li pizzica e li crea un problema mentale a tutti quanti mi sembra un’assurdità. La mia cultura calcistica è stata cresciuta come se io avessi fatto un super allenamento universitario con tanti allenatori diversi".

Su Spalletti

"Spalletti ha un contratto di due anni più un opzione a mio favore per un terzo anno che non mi voleva firmare ma io gli ho detto a casa mia si fa cos’, due anni più opzione per il terzo. Poi se ad un certo punto non ti va più di stare a Napoli, perché non ti va più di stare lontano da tua moglie e da tua figlia. Perché non condividi i modi di esistere qui a Napoli, non condividi la proprietà tu vieni da me, siamo uomini. Io ho 72 anni tu 62, insieme facciamo quasi 150 anni, mi dai la mano e non succede nulla. Non cambia nulla".

Sull'incontro con Spalletti nel 2021

"Io gli allenatori li scelgo sempre in prima persona. Pensi io Spalletti l’ho scelto a gennaio del 2021. Allora il problema è che io andai al suo Bosco Verticale a Milano a trovarlo, mi sembra fosse il 20 gennaio, una roba del genere, ovviamente tutto di nascosto".

Su Ancelotti e i tifosi azzurri

"Ancelotti sta facendo bene perché è un fuoriclasse. Il suo unico torto, e non so per quale motivo, è stato quello di non essere simpatico ai napoletani. I napoletani sono difficili. Perché se un allenatore prende una squadra per mano e va sotto la Curva B e sotto la Curva A che hanno due denominazioni precise ma due cuori e culture diverse tra di loro, ma sono le due curve sempre presenti allo stadio e io ringrazio e alza le braccia verso di loro inchinandosi insieme ai vari calciatori è chiaro che poi dopo tutti dicono che è un allenatore straordinario. Se uno questo non lo fa, perché non è abituato a farlo perché non fa parte del suo carattere perché ha vinto di tutto e di più, è chiaro che non avendo questa furbizia risulta meno allineato o meno allineabile.

Il tifoso napoletano, ma il tifoso in genere, va sempre rispettato perché ha sempre ragione anche quando ha torto. Perché lui vuole vincere ed è giusto che sia così. Uno che tutta la settimana viene vessato da moglie figli amanti padri, capi ufficio quando va allo stadio o in uno stadio virtuale che condivide con gli amici con davanti un bel bicchiere di vino e un pezzo di casatiello. Uno si vuole sfogare si vuole divertire perché in quel momento lì non c’è più una condizione sociale che li differenzia. Si è tutti insieme per una causa comune, quindi il tifoso in questo ha sempre ragione".

Sui giovani

"Io sono per i giovani. Secondo me fa parte di un’antica e superata mentalità anche delle direzioni sportive che sento sempre dire  “Ah ma quello deve andare in Serie C perché si deve fare le ossa. Ma quello deve giocare in Serie B”. Io dico cavolo o lo vendiamo p lo facciamo giocare con noi. Perché se uno è un '99 o un 2000 cosa devo aspettare che fa 28 anni per farlo giocare. Tu mi devi dire se è idoneo o capace di fare il gioco dell’allenatore o no".

Sui suoi obiettivi

"Mi dicono sempre che io non voglia vincere lo Scudetto. Invece io voglio vincerlo. Ma i miei capelli bianchi mi dicono che alla lotteria partecipano in tanti e per questo è difficile vincere lo scudetto. Quest’anno avremmo potuto vincerlo però io quando ho iniziato ho detto priorità assoluta al ritorno in Champions".

Su Maldini

"Io mi diverto a parlare con Maldini che è una persona squisita, di grande spessore, di grande  competenza. E poi è molto educato ed è difficile nel mondo del calcio".

Su Ibrahimovic

"Io avevo firmato con Ibrahimovic. Trovammo l’accordo però dopo due settimane ci fu l’esonero di Ancelotti e arrivò Gattuso. E Gattuso preoccupato che probabilmente il suo lavoro forse potesse essere condizionabile o condizionato da una personalità come Ibrahimovic. Mi disse: “Presidente la prego, lei ha scelto me, si fidi di me, non ne abbiamo bisogno”. Così chiamai Raiola e gli dissi: “Mino senti non so come dirtelo ma quell’accordo che abbiamo fatto…” Lui mi rispose: “No Aurelio non c’è problema io lo porto al Milan".

Sulle cessioni

"Per le cessioni importanti dobbiamo vedere. A parlare sono tutti buoni poi per citare il Viperetta che dice: “Mettere denaro, vedere cammello”.

Sul salario del Napoli

"Il Napoli sta su altri livelli, il Napoli spendeva il doppio dell’Atalanta già sei anni fa. Il Milan potrebbe essere un giusto riferimento. Ma voglio dire il giusto riferimento non è il monte ingaggi, il giusto riferimento è la qualità dei calciatori, che è in relazione alla propria età perché veda io molto spesso mi sono sentito dire : “Eh che prendi uno che viene da questa squadra”. Ma che stai dicendo scusami, io sto prendendo uno che ha delle qualità umane, morali, culturali e tecniche di una persona che fa questo mestiere".

Sul Bari

"Bari ha un popolo interessante e se ne sta interessando mio figlio Luigi, che ha fatto un ottimo lavoro. C’è un regolamento che ha fatto la FIGC sul quale non sono assolutamente d’accordo, la UEFA permette ad un padre e ad un figlio di avere due club che partecipano alle coppe europee. Se continuerà ad esistere questa autoritaria decisione di Gravina, perché l’ha fatta di testa sua, e noi non dovessimo vincere i vari ricorsi che sono in atto, ce ne faremo una ragione e il Bari sarà venduto. Ci metteremo tutta la nostra capacità per portarlo in A, dove merita di essere perché c’ha 1mln e duecentomila tifosi. Ci sono molte altre società che operano in Serie A che non hanno questo numero di tifosi, vedendo la parcella delle presenze dello stadio reale il Bari è l’ottava squadra italiana”.