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D’Agostino: “L’operato di Spalletti è stato ottimo, ma speravo nel Napoli campione”

spalletti de laurentiis

A 1 Football Club, condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gaetano D’Agostino sull'operato di Spalletti a Napoli

Domenico D'Ausilio

A 1 Football Club, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gaetano D’Agostino, ex calciatore, soffermandosi anche sull'operato di Luciano Spalletti al Napoli.

D'Agostino sull'operato di Spalletti al Napoli

D’Agostino: “L’operato di Spalletti è stato ottimo, ma speravo nel Napoli campione”- immagine 2

In Italia è sempre più difficile difendere il lavoro dell'allenatore. Come valuti l'operato di Spalletti al Napoli?

"Diciamo che in Italia, finché le società non smetteranno di essere 'umorali', gli allenatori non verranno mai protetti. L'allenatore lavora quotidianamente ed è quello che va giudicato. Su Spalletti, che dire, se si è trovato a 5/6 giornate dalla fine a lottare per lo scudetto e ha ottenuto l'obiettivo della Champions League, non credo abbia bisogno di essere difeso. Il suo operato è stato ottimo. Io speravo nel Napoli campione, un po' per amore, un po' per 'rivalsa del Sud'. Al Napoli serve una una punta da affiancare ad Osimhen al suo stesso livello; il Milan ha Ibrahimovic e Giroud, anche l'Inter ha coppie importanti e infatti sono prima e seconda. A Napoli manca il sostituto del nigeriano”.

Sui fondi esteri nel calcio italiano

Sempre più fondi esteri nel calcio italiano. Credi che spariranno i 'mecenati' come De Laurentiis e Lotito?

"Arriveremo ad un 80% di squadre in mano ai fondi. Una volta sballata totalmente la valutazione di un calciatore, bisogna avere grandi fondi per gestire una società. Le proprietà attuali fanno fatica e, secondo me, non è giusto. Bisognerebbe mettere dei tetti salariali perché non c'è più una via di mezzo. La maggior parte dei calciatori, oggigiorno, viene pagata molto di più rispetto a quanto vale e a quanto fa guadagnare alla propria società".

Sulla Roma e la Fiorentina

La Roma si giocherà la Conference League, un bell'appuntamento per il calcio italiano

"Ho sentito giornalisti e radio dire che la Conference non sia una coppa prestigiosa. Dobbiamo cambiare mentalità in Italia; all'estero è sempre importante giocare per un trofeo, specialmente se europeo. Qui in Italia senti dire che la Conference è una 'coppetta', poi non vinciamo mai nulla. Questa mentalità deve cambiare, lo diciamo da vent’anni, dunque siamo dietro di quarant’anni...".

Come vedi il progetto della Fiorentina di Commisso?

"Non credo farà investimenti stratosferici. Alla Fiorentina c'è un progetto serio con un allenatore serio; raggiungere l'Europa League sarebbe già un grande traguardo, c'è un ottimo presidente che secondo me scriverà una pagina importante della storia viola nei prossimi anni”.

Sulla sua stagione

La tua stagione è terminata anzitempo…

"Già da due mesetti abbondanti, meno male (ride, ndr). Mi riposo e mi godo la famiglia, mi sto caricando per la prossima e non farò gli stessi sbagli, sperando che qualcuno mi chiami perché nel calcio è facile essere dimenticati. Dopo Lecco, ho scelto la Vibonese più per non rimanere fermo e rimettermi in gioco ma, dopo questa batosta, dovrò rivedere molto e valutare un nuovo progetto quando sarà il momento, sperando di trovare una realtà che ci creda e che abbia la voglia di investire sia sulla rosa che nelle infrastrutture, punto carente di tutto il sistema calcistico italiano”.

A Vibo ci ritornerai solo per il mare?

“Per il mare e per la gente, non per il calcio”.

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