Di suo Gigi Di Biagio ci ha messo subito qualcosa. Senza far mancare il giusto rispetto per il passato, il c.t. azzurro ha infatti iniziato a tracciare la strada che dovrà riportare la Nazionale nel cuore di un popolo ferito quasi mortalmente dall'eliminazione mondiale contro la Svezia. Entusiasmo, freschezza, coraggio, disciplina e fame: questi gli ingredienti che Di Biagio intende imporre a Coverciano, a prescindere da quale sarà il futuro della panchina azzurra. "Dobbiamo ripartire forte nell'interesse del nostro calcio, il mio destino non è una priorità", ha spiegato in conferenza stampa. Detto questo, occhio a sottovalutare la "candidatura" dell'ex guerriero di Roma e Inter, vicecampione d'Europa a Belgio-Olanda 2000, uno che ieri ha mostrato personalità, padronanza della materia e idee parecchio chiare davanti a taccuini, microfoni e telecamere.
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Chiesa e i suoi fratellini: la nuova Italia di Di Biagio!
Di suo Gigi Di Biagio ci ha messo subito qualcosa. Senza far mancare il giusto rispetto per il passato, il c.t. azzurro ha infatti iniziato a tracciare la strada che dovrà riportare la Nazionale nel cuore di un popolo ferito quasi...
ARIA FRESCA Il nuovo che avanza è rappresentato in questa spedizione soprattutto da Chiesa, Cutrone, Pellegrini e Cristante: debuttanti assoluti i primi due, una sola presenza per il romanista e l'atalantino. L'impressione è che il "rodaggio" durerà poco per il 20enne Chiesa e il 21enne Pellegrini, pedine destinate a entrare in breve tempo, se non subito, nell'undici titolare. Di Biagio li conosce molto bene, li ha avuti in Under 21, proprio come Cutrone, classe 1998, un perfetto vice Belotti nella testa del commissario tecnico. Promozione guadagnata sul campo dal bomberino milanista, che di fatto ha battuto in volata la concorrenza di Mario Balotelli e Simone Zaza. "Scelte tecniche", ha ribadito con decisione Di Biagio, dando ulteriore sostanza alla presenza del rossonero, 37 gare (25 da titolare) e 15 reti in questa stagione, coppe comprese. È comunque sicuramente Federico Chiesa il gioiello più prezioso della nuova era azzurra. Suo papà, Enrico, è stato un grande attaccante, 17 gettoni e 7 reti in Nazionale. Federico, ad appena 20 anni, ha già messo insieme 63 gare (54 in serie A) e 9 gol ufficiali con la maglia della Fiorentina: attaccante esterno naturale, ha dimostrato di poter giocare anche come quarto o addirittura quinto di centrocampo. Giocatore duttile, completo, "cattivo", affamato, tutto ciò che serve per primeggiare sui grandi palcoscenici. Curriculum ancor più importante per Lorenzo Pellegrini, che fra Sassuolo e Roma ha 85 presenze e 14 reti in gare ufficiali: 11 i gettoni nelle coppe europee (6 in Champions League con i giallorossi, 5 in Europa League ai tempi del Sassuolo).
IN RAMPA DI LANCIO Ma ci sono almeno altri sei "Di Biagio boys" pronti a entrare in pianta stabile nella Nazionale dei grandi. O meglio, senza infortuni avrebbero sicuramente fatto parte di questa tornata di convocazione i vari Federico Bernardeschi (classe 1994, 13 presenze in azzurro), Mattia Caldara (1994), Alessio Romagnoli (23 anni e 5 presenze in Nazionale) e Andrea Conti (24 anni, una presenza azzurra). E sono in rampa di lancio il 20enne centrocampista centrale Rolando Mandragora e il 21enne interno del Cagliari Nicolò Barella. Il primo, potenziale erede di De Rossi, è di proprietà della Juventus. Barella, dal canto suo, è destinato a scatenare una ricca asta di mercato in estate, con Inter e Napoli in prima fila. La speranza di Di Biagio è che entrambi trovino al più presto la grande piazza per maturare esperienza vera a certi livelli, soprattutto in campo internazionale. Gazzetta.
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