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Calamai: “Spalletti rischiava di essere ricordato come quello di Totti-Icardi”

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Le parole del noto giornalista

Giovanni Montuori

A TMW Radio è intervenuto il noto giornalista Luca Calamai che ha parlato di Spalletti, Sarri e di altri temi legati alla Serie A.

Calamai su Spalletti e sulla Serie A

spalletti napoli
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Le parole di Calamai: “Sarri e Spalletti? È vero che sono cambiati, ma fino a un certo punto. Sarri per esempio ha detto che quando smetterà di allenare ad alti livelli vorrà prendere una squadra giovanile a Figline. Entrambi non sono stati catapultati dall’alto, si sono conquistati sul campo quello che hanno. Il loro pensiero non si è mai staccato dalla loro terra, sono toscani e assorbono tutto di questa terra. Per Spalletti sono felicissimo, aspetto che vinca lo Scudetto perché c’era la sensazione che mancasse qualcosa. Suonava strano che non avesse vinto uno Scudetto in Italia, chiude un suo percorso personale e gli dà quel valore che si merita. Spalletti rischiava di rimanere solamente l’allenatore delle guerre con Totti e Icardi, l’allenatore che aveva mandato via Insigne. Colui che non riusciva a reggere il confronto con le figure simbolo delle sue squadre".

Cosa è scattato tra Spalletti e la città di Napoli? “Spalletti è un uomo della gente, lui non ha mai preso in considerazione la Fiorentina perché da tifoso per lui sarebbe stato impossibile vivere Firenze con freddezza. A Napoli ha accettato di fare calcio con le sue idee, ha trovato uno straordinario alleato in Giuntoli. L’asse tecnico-operativo che si è creato è il segreto per cui vincerà il Napoli. Spalletti è stato bravo a entrare a Napoli in punta di piedi. Come allenatori a Napoli ha vinto Ottavio Bianchi e Bigon, hanno vinto gli allenatori che hanno vissuto Napoli senza farsi travolgere da Napoli. Lui ha scelto di fare la sua vita, vivendo tra albergo e campo. Doveva creare prima di tutto una sintonia con il gruppo. Poi è venuta fuori l’anima di Spalletti, che è l’anima di Napoli, di Roma e di Firenze. Prima di questo aveva bisogno di portare il suo calcio a Napoli".

Come giudichi il confronto Serra-Mourinho? “Ho avuto il piacere di vivere un’esperienza importante con gli arbitri durata un anno e conclusasi lo scorso dicembre. C’è stato un momento di incredulità nel rapporto di Mourinho con gli arbitri, già lo scorso campionato c’erano state problematiche con altri allenatori come Sarri e Gasperini. Ci fu una giornata di campionato con 4-5 allenatori espulsi. Questo scenario poi è cambiato, adesso è rimasto solo Mourinho a fare questa guerra. Questa conflittualità non c’è più, c’è stato un confronto estremamente positivo tra arbitri e allenatori. Non entro nel caso specifico, però se mi permetti in questo momento l’atteggiamento di Mourinho molto forzato e fuori dallo scenario. Gli errori degli arbitri fanno parte del calcio, purtroppo capita e capita anche in Europa basti vedere quanto successo in Fiorentina-Braga. La malafede non fa parte delle regole di questo gioco. Mourinho è Mourinho, è così e lui alimenta un popolo. Se fai un sondaggio su 1000 tifosi della Roma 990 sono con lui, poi non si chiedono perché perde con la Cremonese. È arrivato a dire che la Roma è uscita dalla Coppa Italia perché non aveva la rosa per giocare in casa contro la Cremonese. Il giorno in cui dirà ‘ho sbagliato anche io’ diventerà più credibile".