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Pizzul: “Insigne come Totti e Del Piero, ma troppo a lungo etichettato come promessa”

Lorenzo Insigne (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Bruno Pizzul, storico telecronista in particolare della Nazionale italiana, è intervenuto alla trasmissione “Il Sogno Nel Cuore” in onda su 1 Station Radio per dire la sua riguardo le principali vicende del calcio italiano. Il...

Giuseppe Canetti

Bruno Pizzul, storico telecronista in particolare della Nazionale italiana, è intervenuto alla trasmissione "Il Sogno Nel Cuore" in onda su 1 Station Radio per dire la sua riguardo le principali vicende del calcio italiano. Il giornalista si è soffermato principalmente sulla Selezione di Roberto Mancini che affronterà a breve gli Europei e su Lorenzo Insigne. Di seguito le sue parole.

Pizzul su Insigne: "Lorenzo come Totti e Del Piero"

 Foto by Getty

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Ecco quanto dichiarato da Bruno Pizzul ai microfoni di 1 Station Radio.

Sul lavoro di Roberto Mancini

"Fino ad oggi, il lavoro di Mancini imposto in Nazionale è stato encomiabile. La sua intenzione, successivamente attuata, di aprire la porta ai giovani è stata lodevole. Il gioco non è sempre stato eccelso, ma i risultati sono notevoli. Bisogna completare questo cammino di avvicinamento in vista di Euro2021 e, in seguito, dei mondiali. Per quest’ultimi si risolverà tutto nel doppio confronto con la Svizzera, in programma a settembre".

Su Lorenzo Insigne

"Punti di riferimento per Mancini? Insigne credo sia un pilastro sia per il Napoli che per la Nazionale di Roberto, il quale non rinuncerà mai al napoletano. Oltre che un grande valore tecnico, Insigne ha la capacità di compattare l'ambiente e creare un gruppo di amici. È un valore aggiunto, il suo esempio è contagioso: è uno di quei calciatori che sembra divertirsi e voler far divertire i suoi compagni. Il suo tiro a giro è un qualcosa di assolutamente straordinario. Può ripercorrere le orme di Totti e Del Piero nell'europeo del 2000, ma lo sta facendo anche con la sua squadra di club. Lo abbiamo accompagnato fin troppo con l’etichetta di “speranza”, ad oggi è diventato realtà, e le sue prestazioni lo dimostrano".

Sul nuovo ciclo della Nazionale

"Con questi giovani, indubbiamente. Abbiamo in mano le carte per poter costruire un grande futuro. Negli scorsi anni abbiamo avuto difficoltà nel cambio generazionale, abbiamo stentato nel portare i ragazzi dell’Under 21 in Nazionale maggiore perché mancavano talenti. Oggi c’è questa fioritura, e Mancini è stato bravo ad aprire subito le porte a questi ragazzi, come successo con Zaniolo, convocato prima di fare l'esordio in Serie A. Fu una grande intuizione di Roberto, che da grande ex calciatore quale è stato, ha sempre stimato i talenti come quello di Nicolò. Poi il romanista è stato bravo a confermare l’intuizione del commissario tecnico, anche se, purtroppo, gli infortuni lo hanno fermato. In ogni caso, sarà un futuro campione". 

Su Ciro Immobile

"Lecito sperare faccia una competizione nel segno dell’annata scorsa. Ci sono dei momenti magici e altri stregati per gli attaccanti. Quando ha vinto la scarpa d’oro, gli bastava sfiorare la palla per segnare. Oggi, invece, pare ci sia una maledizione. La situazione stadi deserti e l’incidenza di Covid nei singoli giocatori è tale da costringerci a guardare ogni avversario con molta circospezione, siamo ancora in piena pandemia e Mancini, ad esempio, sta chiedendo di allargare il numero di giocatori da portare ad Euro2021 fino a 25, proprio perché c’è bisogno di stare attenti con questo virus".

Sulla corsa Scudetto

"Solo l'Inter può perderlo, ma nel calcio mai dire mai".

Sul vaccino

"Io l'ho fatto ed invito tutti a farlo, perché è l'unica strada che abbiamo per uscire da questa pandemia".