Bonimba era un centravanti vero, uno di quelli che in area di rigore si faceva sentire: un sinistro micidiale, implacabile sotto porta, forte nei colpi di testa. Un numero 9 di quelli classici, un tipo di attaccante in via di estinzione: Boninsegna, intervistato da 'il Mattino', in carriera segnò 277 gol (171 con l’Inter) e nove con l’Italia (uno nel 4-3 alla Germania al Mondiale 1970 in Messico e un altro nella finale persa contro il Brasile).
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Bonimba era un centravanti vero, uno di quelli che in area di rigore si faceva sentire: un sinistro
Bonimba era un centravanti vero, uno di quelli che in area di rigore si faceva sentire: un sinistro micidiale, implacabile sotto porta, forte nei colpi di testa. Un numero 9 di quelli classici, un tipo di attaccante in via di estinzione:...
Le piace il tridente leggero del Napoli? «Sì, la formula ha funzionato bene per una lunga fase. Però manca qualcosa, un punto di riferimento in attacco serve sempre».
Soprattutto in casa? «Infatti. Soprattutto nelle partite al San Paolo uno come Milik lo vedrei bene».
Perchè? «Perché è una punta centrale che riesce a giocare di fisico e garantire anche profondità. E poi è bravo di testa. E molte partite in casa le puoi sbloccare proprio con un colpo di testa di un attaccante centrale».
L’impatto di Milik in avvio di stagione è stato molto positivo: ora che è rientrato dall’infortunio potrà tornare a quei livelli? «Milik mi era piaciuto molto nelle prime partite con il Napoli mostrando anche una buona personalità e aveva anche segnato gol importanti sia in campionato che in Champions League. Sì, credo che possa servire moltissimo sui cross che arrivano dalle fasce e anche sulle situazioni da palla inattiva».
E ora c’è anche Pavoletti. «Già, un altro centravanti d’area di rigore, un attaccante dalle caratteristiche ben precise». L’ex genoano non è ancora al massimo della condizione e finora è stato impiegato poco. «La condizione però si trova giocando, quindi anche Pavoletti per entrare in forma ha bisogno di essere impiegato».
Quindi, spazio al centravanti invece del tridente leggero? «Direi che è venuto il momento di sfruttare tutte e due le opportunità. Ci sono situazioni soprattutto fuori casa in cui serve il tridente leggero e la velocità di Mertens, Insigne e Callejon può fare la differenza. Altre volte però serve di più il centravanti vero. Ecco Sarri in questa fase deve sfruttare al meglio il turnover e quando decide di mettere la punta centrale dovrà fermare a turno uno dei tre piccoletti. Oppure affidarsi a dei cambi in corsa per cambiare strategia».
Ma con la formula dei tre piccoletti Mertens sta segnando tanto. «Certo, il Napoli ha fatto decisamente molto bene in attacco e Mertens ha segnato gol bellissimi e importanti. Ma è sempre meglio poter sfruttare un’arma in più».
Se l’aspettava questa crescita di Insigne: lo ritiene in questo momento il fantasista più forte d’Italia? «Insigne è un grande giocatore non solo per i gol ma anche per i tanti assist decisivi. E poi è napoletano: all’inizio il pubblico non lo sosteneva in maniera così convinta, adesso vedo che è riuscito a trascinare tutti ed è diventato un idolo».
Il Napoli può centrare il secondo posto? «Certamente, la Roma è una buona squadra ma ogni tanto incespica. L’unico discorso chiuso è il primo posto perché la Juve è un gradino più su di tutte. Per le altre piazze tutte possono ancora giocarsela».
E in coppa Italia la rimonta con la Juve è possibile? «Sicuramente, soprattutto se riesce a trovare un gol nel primo tempo. Però poi non dovrà ripeteregli errori del secondo tempo contro il Real Madrid su calcio d’angolo. Ramos ha segnato così tantissime volte e ci voleva una maggiore attenzione su di lui». IlNapolionlineCOM.
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